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CIO: finanziamenti per un mondo migliore attraverso lo sport

  • 2020
  • CIO
  • Solidarietà

Roma, 18 maggio 2020 – Il Comitato Internazionale Olimpico è un’organizzazione no-profit dedicata al riutilizzo degli introiti prodotti dai Giochi Olimpici, al fine di sviluppare lo sport in tutto il mondo.

Il risultato è stupefacente: ogni giorno il CIO ridistribuisce circa 3.4 milioni di dollari statunitensi per aiutare atleti e organizzazioni sportive di tutto il mondo.

I Giochi Olimpici producono un’enorme fonte di entrate. Ad esempio, nel triennio 2013-2016, che include i Giochi Olimpici Invernali di Sochi del 2014 e i Giochi di Rio del 2016, si stimano entrate per circa 5,7 miliardi di dollari derivanti perlopiù dai diritti di trasmissione e marketing.

A fronte di così tanti soldi messi in campo, è importante raccontare il ruolo e le modalità di azione del Comitato Olimpico Internazionale. Proprio in virtù del suo statuto di no-profit, il 90% degli introiti vengono immediatamente restituiti e redistribuiti con l’obiettivo di sviluppare e far crescere lo sport mondiale.  All’incirca 2,5 miliardi di dollari vengono destinati per alleviare l’onere finanziario delle città ospitanti. Dal 2002 al 2018 il CIO ha addirittura incrementato del 60% il suo contributo, grazie alla crescita e al successo degli ultimi Giochi.

Buona parte degli introiti sono anche destinati alla realizzazione degli Youth Olimpic Games, ogni due anni.  Inoltre, durante i Giochi Olimpici, è a spese del CIO tutto ciò che riguarda i viaggi e le sistemazioni degli atleti durante i 17 giorni della competizione.

Parte dei fondi vengono anche utilizzati per potenziare e promuovere la rete degli atleti, per far sì che la loro voce possa essere ascoltata. Inoltre, poiché la protezione e salvaguardia degli atleti è di importanza primaria, ben il 50% dei fondi della World Anti-Doping Agency viene dal CIO, mentre il restante 50% viene dai governi nazionali.

Anche i Comitati Olimpici Nazionali beneficiano di una porzione sostanziale dei profitti derivanti dai Giochi, al fine di aiutare direttamente atleti e allenatori del proprio paese. Nello sport moderno è assolutamente necessario che i Comitati Nazionali abbiano la possibilità di finanziare poiché, per gli atleti il talento e la determinazione non sono più sufficienti ad una preparazione di livello massimo: c’è invece bisogno di moltissimo allenamento, preparazione e lavoro. I soldi destinati ai Comitati Nazionali fanno parte del Programma di Solidarietà Olimpica, che ha l’obiettivo di rendere i Giochi il più accessibili possibile in tutto il mondo. Ragione per cui vengono anche finanziati programmi per preparare gli atleti e i coach all’esperienza olimpica. A Rio, ben 101 atleti che hanno vinto la medaglia avevano partecipato al programma di preparazione alle Olimpiadi.

Ma non è tutto. Il CIO cura anche un programma di Supporto Atleti Rifugiati, che approvvigiona i NOCs con risorse per supportare un determinato numero di atleti rifugiati che vivono in quei paesi e per prepararli alle competizioni internazionali. A Tokyo 2020, dopo la positiva esperienza di Rio 2016, si andrà a formare una Squadra Olimpica di Rifugiati.

È stato infine creato anche il Canale Olimpico, in funzione 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana, 365 giorni l’anno. Gli atleti sono al centro del programma e possono raccontare le proprie storie e rimanere in contatto con i propri fan.

Una missione, quella del CIO, votata a costruire un mondo migliore, più solidale e accessibile, attraverso lo sport.

Fonte: www.olimpyc.org

Amarcord Loriga: Federico Malossi, lottatore e gentiluomo

  • Vanni Loriga
  • Federico Malossi

Roma 16 maggio 2020 Il comunicato del Club Atletico Bologna 1948 che recentemente abbiamo pubblicato non ha mancato di interessare i lettori che ci hanno chiesto maggiori informazioni sui famosi "Tre Moschettieri Bolognesi".
Confermiamo che si trattava di Aleandro Donati (30 presenze in Nazionale, 19 titoli italiani consecutivi, 4 partecipazioni ai Giochi); di Mario Gruppioni e di Federico Malossi.
Soprattutto Malossi entusiasmava i tifosi, anche perché era soprannominato il "Campione Ribelle", dichiaratamente antifascista e salvato dalla fucilazione da Leandro Arpinati, uomo inizialmente assai vicino a Mussolini.
Nato nel quartiere popolare di via del Piombo era ritenuto (a quanto testimonia lo storico Claudio Evangelisti) la "bandiera dello sport petroniano". Oltre ad essere, come già ricordato, il preferito dal Premio Nobel Giosuè Carducci, fu anche il modello preferito dello scultore Pasquale Rizzoli, direttore della Accademia delle Belle Arti. Ma la vera consacrazione a campioni di livello mondiale avvenne nel 1928 quando i "Tre" furono invitati ad una serie di gare di Svezia. Lottarono in tante città, sempre ammirati protagonisti. E trovandosi in Svezia il grande Malossi divenne ambasciatore di pace.
Come tutti sanno si era da poco verificata la tragedia del Dirigibile Italia comandato dal Generale Nobile, una vicenda eternata dal famoso film "La Tenda Rossa". A bordo del Dirigibile Italia era imbarcato anche il meteorologo ed esploratore svedese Finn Malmgren, il quale si era avventurato a piedi, insieme a due ufficiali italiani, verso la Baia del Re per chiedere soccorso. Già ferito non resse alla fatica: il suo corpo non fu mai ritrovato mentre i due alpini italiani furono portati in salvo dal rompighiaccio sovietico Krassin. Ci fu una coda di polemiche anche severissime e l’attento Malossi pensò che fosse doveroso rendere omaggio da parte degli Italiani alla vedova Malmgren. Si presentò con un mazzo di fiori. " Fu un gesto distensivo - racconta Evangelisti - che consentì all'Italia di stemperare un clima di tensione che si era creato fra i due Paesi"-
Gli Uomini Forti, come al solito, sono proprio capaci dei gesti più gentili ed appropriati.

I tre moschettieri Malossi Gruppioni e Donati con allenatore Breznotis 300x225 1

Trent’anni fa si realizzò un sogno: il 25 aprile 1990 s’inaugurava il Palazzetto di Ostia

  • PalaPellicone,
  • Livio Toschi

Roma 14 maggio 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico narrato dall’arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!

Il 21 aprile 1986, in occasione del Natale di Roma, si svolse al Lido di Ostia la cerimonia ufficiale della consegna del terreno comunale (15.809 mq.) su cui costruire il Palazzetto FILPJ, di fronte al lungomare Lutazio Catulo e con la pineta di Castelfusano alle spalle. Intervennero, oltre al presidente Pellicone, il sindaco di Roma Nicola Signorello, l’assessore al Demanio Siro Castrucci e l’assessore allo Sport Carlo Pelonzi.
Grande soddisfazione, senza dubbio, ma già si guardava oltre, verso un traguardo ancora più prestigioso. Con legittimo entusiasmo Pellicone annunciò che nel frattempo erano state avviate le procedure per la concessione, da parte del Comune, anche dell’area adiacente (21.449 mq.) per dare vita a un Centro di Preparazione Olimpica come quelli di Coverciano per il calcio e di Formia per l’atletica leggera.
Il presidente «riteneva necessario disporre al più presto del Palazzetto»: fino allora, infatti, «le discipline federali erano state costrette a chiedere ospitalità un po’ in tutta la penisola per svolgere la loro attività. Ciò non sarebbe più accaduto, con innegabili vantaggi economici e logistici per tutte le società». Si realizzava, finalmente, un sogno cullato da molti anni.
Il PalaFilpj fu inaugurato il 25 aprile 1990 alla presenza di 2.000 spettatori, tra i quali il sindaco di Roma Franco Carraro (subentrato a Signorello) e il presidente del CONI Arrigo Gattai. Era il primo grande impianto sportivo costruito a Roma dopo l’Olimpiade del 1960, magnificamente ubicato e perfettamente integrato nell’ambiente circostante, tanto che persino Italia Nostra espresse un giudizio assai positivo.
Orazio La Rocca (Athlon, giugno 1990) definì il Palazzetto un triplo “miracolo”: «Di tempo, perché la struttura è stata costruita in poco meno di diciotto mesi; di perfetta intesa tra la FILPJ, il CONI e l’amministrazione comunale di Roma; di progettazione, che ha regalato a Ostia un impianto dalle linee architettoniche uniche, eleganti».
Nel gennaio 1991 Remo Musumeci scrisse su Athlon:

«A Ostia è nato un Palazzetto che Matteo Pellicone ha voluto fortemente.
Possiamo dire che l’impianto di Ostia sia nato dalla cocciutaggine di Matteo Pellicone, che un giorno decise che la FILPJ doveva avere il suo Palazzetto. E doveva essere bello. L’opera è – senza dubbio – il prodotto della cocciutaggine di un uomo che ci ha sempre creduto e non si è mai arreso nemmeno al cospetto delle trappole più insidiose della burocrazia.
L’impianto ha messo d’accordo tutti, perfino i verdi, che hanno applaudito con sincera ammirazione. Sarà un punto d’incontro in riva al mare: una somma di palestre, un albergo, un centro studi.
Ho detto cocciutaggine e ripeto cocciutaggine. E credo che sia l’elogio migliore che Pellicone potesse desiderare. Sono convinto che l’impegno non sarebbe bastato per realizzare quel che è nato. Ci voleva qualcosa di più.
Quel Palazzetto è come una medaglia».

2. Palazzetto Plastico del primo progetto1.

Nel numero di dicembre 1992 il direttore di Athlon, Giorgio Sozzi, ricordava la genesi dell’edificio:

«Ormai da molto tempo la crisi degli impianti si faceva sempre più acuta. Roma era intasata di manifestazioni e trovare un posto adeguato era di fatto impraticabile.
E dunque ecco il Presidente mettere mano ad un progetto tale da far paura anche al più sognatore: costruire un impianto FILPJ! Facile a dirsi, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare...
Già, proprio quest’ultima idea del mare spinse Matteo Pellicone, una domenica mattina, a Ostia.
Fermò la macchina nei pressi della stazione di Castelfusano per una boccata d’ossigeno nella splendida pineta: fu il colpo di fulmine!».

3. Centro Olimpico vecchio progetto2.

Il progetto è opera degli ingegneri Renato Papagni e Paolo Morelli. L’immagine dell’impianto è insolita e suggestiva: il giornalista Pietro Trivelli ha paragonato il Palazzetto a un gigantesco elmo da samurai (Il Messaggero, 18 agosto 1989), altri a una grande vela oppure a un disco volante.
In un primo tempo si era ipotizzata una “classica” copertura a cupola, poi scartata a causa del forte impatto ambientale. La sinuosa copertura realizzata (di colore verde per mimetizzarsi con la retrostante pineta) offre il migliore scorcio prospettico se la guardiamo dal litorale, seguendo l’asse sud-ovest / nord-est.
L’impianto, si legge nella relazione tecnica dell’Ing. Papagni, ha forma circolare, altezza di 16 metri e diametro di 60, quindi occupa una superficie di oltre 2.800 mq. Il parterre misura 44x33 m. e consente l’utilizzo contemporaneo di sei tappeti di gara. Nelle sue tribune a crescent (mezzaluna) il Palazzetto ha una capienza di 1.300 spettatori. La struttura portante è costituita da 30 pilastri curvi in cemento armato e dalle nervature del soffitto, in legno lamellare, provenienti da Bressanone. Altri materiali usati sono: mattoni a vista per i muri perimetrali, peperino per le soglie e le zoccolature, alluminio anodizzato di colore nero per gli infissi, selciato di cls per la pavimentazione esterna. Nella costruzione sono stati impiegati 400 mc. di legno lamellare, 1.500 mc. di calcestruzzo e 200.000 kg. di acciaio.
4. Palazzetto in costruzione3.


Il Palazzetto (nel 2014 doverosamente intitolato a Pellicone) ospitò la prima gara dieci giorni dopo l’inaugurazione, il 5 maggio: era la finale del campionato juniores maschile e femminile di judo. Il 2-3 giugno sulle sue materassine si affrontarono i partecipanti al X Trofeo internazionale Milone di lotta GR e SL, ottimo rodaggio in vista del Mondiale di lotta greco-romana, disputato nell’ottobre 1990.

5. Palazzetto taglio del nastro4.

 

Didascalie:

In copertina: Foto aerea del Palazzetto in costruzione

1. Plastico del progetto preliminare, con la copertura a cupola

2. Planimetria del primo progetto del Centro Olimpico (il Palazzetto ha la copertura definitiva)

3. Il Palazzetto in costruzione

4. La signora Marina Pellicone taglia il nastro durante la cerimonia inaugurale. Al suo fianco è il sindaco Carraro

Webinar gratuito riservato agli Insegnanti Tecnici 15 maggio ore 17

  • e-learning

Roma, 13 maggio 2020 - “La Periodizzazione negli Sport di Combattimento", è questo il titolo del Webinar che si terrà venerdì 15 maggio 2020, alle ore 17.00, a firma del Prof. Renato  Manno, Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico della Scuola Nazionale Federale.
Come di consueto, in apertura del seminario ci sarà il saluto del Presidente Falcone, che introdurrà il Professor Manno e questa nuova modalità di fruizione dei corsi.
A questa iniziativa, infatti, riservata agli Insegnanti Tecnici Federali, seguiranno altre attività di formazione a distanza che sono in fase di elaborazione.

Le antiche Olimpiadi (II)

  • Livio Toschi
  • antiche olimpiadi

Roma 7 maggio 2020 Di antiche Olimpiadi mi sono ripetutamente occupato ed è in corso di stampa un mio libro proprio su questo argomento. Sfrutterò quindi le ricerche compiute per scrivere una serie di articoli nelle News della FIJLKAM. Buona lettura

Livio Toschi

I premi alle Olimpiadi

Vennero chiamati agones stephanitai o “coronali” i giochi che premiavano la vittoria con una corona: di ulivo selvatico (kotinos) a Olimpia, di alloro (daphne) a Delfi, di pino (pitus) a Istmia, di sedano selvatico o apio (selinon) a Nemea. Le corone olimpiche erano intrecciate con i rami dell’ulivo sacro che cresceva presso l’opistodomo – ossia la parte posteriore – del tempio di Zeus, tagliati con un falcetto d’oro, in una notte di plenilunio, da un fanciullo figlio di genitori greci ancora in vita.
Erodoto narra che Tritantacme, uno dei generali di Serse, si meravigliò che i Greci gareggiassero a Olimpia per una semplice corona di ulivo, non per denaro. Né nascondeva il suo stupore lo scita Anacarsi nell’omonimo dialogo di Luciano di Samosata. Il premio simbolico era tuttavia integrato da grandi onori e da cospicue ricompense o rendite periodiche offerte dalle città di provenienza, orgogliose della fama così conquistata. Per contrastare i successi sportivi di Sparta il legislatore Solone fissò a 100 dracme il premio per gli Ateniesi affermatisi ai Giochi Istmici, mentre addirittura 500 dracme, con cui si potevano comprare 500 pecore o 100 buoi, erano l’incentivo per un successo alle Olimpiadi.

1.


I vincitori di uno dei giochi del “circuito” – afferma Vitruvio nel suo trattato Sull’Architettura – godevano per tutta la vita di sussidi pubblici e avevano il diritto di entrare in trionfo nella propria città su una quadriga. Nel 412 a.C. Agrigento addirittura fece scortare Esseneto, per la seconda volta vincitore della corsa veloce a Olimpia, da trecento bighe tirate da cavalli bianchi. Gli olimpionici, inoltre, ricevevano quotidianamente pasti gratuiti e talvolta erano persino mantenuti in perpetuo a spese dello stato, venivano esentati dalle tasse, sedevano nei posti d’onore agli spettacoli e potevano essere immortalati con una statua nel recinto sacro di Olimpia, oltre che nella loro città. Avevano addirittura il diritto di vendere o trasmettere in eredità le “pensioni” ricevute. Insomma, in quanto a concedere gratificazioni e privilegi ai campioni dello sport, gli antichi Greci non erano secondi a nessuno!
E non dimentichiamo l’aumento di prestigio sociale, che si concretizzava con incarichi diplomatici o politici e con la concessione di combattere in battaglia al fianco del re, onore sommo per gli Spartani, come ci riferisce Plutarco. Con un’iperbole Platone afferma che i custodi del suo utopico stato «condurranno un’esistenza tanto felice quanto quella degli atleti vincitori a Olimpia», i quali – secondo Pindaro – «per il resto dei loro giorni assaporano serenità di miele». Luciano sintetizza bene il sentimento popolare, affermando che «il vincitore è paragonato a un dio». Insomma, veniva largamente appagato il desiderio di gloria (philotimia) degli atleti, che stimavano la corona di ulivo – e i cospicui benefici che ne derivavano – più della vita, come affermò Dione di Prusa, detto Crisostomo.
La gloria di un vincitore, inoltre, si riverberava sulla famiglia e sulla città di origine, che attendevano perciò con ansia i risultati delle gare. Per informare il padre del proprio successo a Olimpia, il lottatore Taurostene di Egina nel 444 a.C. si servì del sistema più veloce dell’epoca: una colomba, alla quale aveva legato un nastro di porpora intorno al collo, il segno convenuto della sua vittoria.

3. Atleta di Fano Getty Villa Malibù2.
Si chiamavano agones chrematitai i giochi di minor prestigio, in cui venivano concessi premi in denaro o in oggetti di valore (anfore d’olio, vino, animali, tripodi, armi, ecc.) per assicurarsi la partecipazione di atleti affermati, magari proprio dei vincitori di giochi coronali, che non disdegnavano di essere lautamente remunerati, alla faccia del presunto dilettantismo del buon tempo antico. Un ideale, questo, a lungo sbandierato in netta contraddizione con la realtà storica. In origine tutti gli agoni furono chrematitai, come vediamo in Omero, il quale racconta che persino i re si contendevano a brutto muso i ricchi premi in palio.

 

Didascalie

 

1. Cratere lucano con incoronazione, del Pittore di Amykos (420 a.C.) – Museo Olimpico, Losanna

2. Atleta che s’incorona o Atleta di Fano, bronzo forse di Lisippo (IV-II secolo a.C.) – Getty Villa, Malibù

Chiarimenti su elenco atleti e manuale operativo

Roma 7 maggio 2020 - Ai fini di un maggiore chiarimento precisiamo che l'elenco pubblicato sul Sito Federale degli Atleti aventi diritto alla ripresa degli allenamenti individuali, così come disposto dall'Art. 1 comma g. del DPCM del 26 aprile u.s., ha una durata temporale limitata. 

Difatti, come indicato dagli Organi di informazione, il 18 maggio molto probabilmente è prevista la ripresa generalizzata di tutti gli Sport con il conseguente venir meno della validità di detto elenco.

Ricordiamo che i criteri selettivi di individuazione degli Atleti di cui sopra, concordati con il Presidente del CONI Giovanni Malagò, rispondono a criteri di prudenza e buon senso, tenuto conto della provvisorietà e dell'incertezza di questa prima fase.

Resta inteso che rimane intatta la validità degli elenchi degli Atleti di Interesse Nazionale così come deliberati dai rispettivi Consigli di Settore secondo criteri che, ovviamente, esulano dal contesto epidemiologico che contraddistingue l’attuale situazione.

Inoltre, in relazione alla prossima probabile apertura generalizzata di tutti gli Sport, abbiamo appreso dagli Organi di Stampa e dall'Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio che saranno conseguentemente emanate, a partire dal 18 maggio p.v., nuove Linee Guida che regoleranno le modalità di svolgimento delle attività sportive. Pertanto, riteniamo opportuno differire la pubblicazione del Manuale Operativo per l'attività sportiva predisposto dalla Federazione con l'obiettivo di integrarlo ed aggiornarlo recependo le disposizioni che saranno a breve emanate.

Ad ogni buon conto, le Società Sportive i cui Atleti sono ricompresi nella lista pubblicata sul Sito Federale per la ripresa degli allenamenti individuali, devono fare riferimento alle Linee Guida dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio pubblicate lo scorso 4 maggio .

ICS - Erogazione mutui destinati alla base del mondo sportivo

Roma 6 maggio 2020 -  A seguito dell’emanazione del D.L. 8 aprile 2020 n. 23, il Governo ha creato e finanziato il Comparto Liquidità del Fondo di Garanzia e del Fondo Contributi Interessi in gestione all’Istituto per il Credito Sportivo (articolo 14 del summenzionato decreto), che consente di erogare mutui – senza garanzie e a tasso 0 - destinati alla base del mondo sportivo, duramente colpito dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria ed economica in atto.

In questo contesto, l’Istituto per il Credito Sportivo ha attivato tutte le procedure necessarie per offrire questo tipo di servizio, collaborando con l’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio, con il comune obiettivo di rendere accessibile l’opportunità ai soggetti interessati nel più breve tempo possibile.

L’Istituto, pertanto, ha previsto in favore delle Associazioni Sportive Dilettantistiche e delle Società Sportive Dilettantistiche iscritte al registro CONI da almeno un anno - ai sensi del decreto - la concessione di finanziamenti, destinati a far fronte alle esigenze di liquidità correlate all’emergenza COVID-19, con le seguenti caratteristiche:

  • importo: da un minimo di 3.000 Euro a un massimo di 25.000 Euro, nella misura massima consentita del 25% del fatturato dell’ultimo bilancio o delle entrate dell’ultimo rendiconto (in entrambe i casi, almeno 2018), regolarmente approvati dalla società o dalla associazione;
  • durata: 6 anni, dei quali 2 di preammortamento e 4 di ammortamento; 
  • pagamento prima rata: dopo i 2 anni di preammortamento;
  • tasso d’interesse: totale abbattimento degli interessi per l’intera durata del finanziamento, da parte del Fondo Contributi Interessi - Comparto Liquidità;
  • garanzia: 100 % del finanziamento da parte del Fondo di Garanzia - Comparto Liquidità. 

Il prodotto, unitamente a tutte le specifiche ed alla documentazione necessaria, sarà reso disponibile non appena concluso l’iter formale del Decreto Ministeriale, già sottoscritto dal Ministro Spadafora, che definisce i criteri di funzionamento del Fondo di Garanzia – Comparto Liquidità, ai sensi dell’art.14 del Decreto Liquidità.

Nei prossimi giorni, quindi, le Società ed Associazioni Sportive potranno accedere alla richiesta di finanziamento collegandosi all’homepage del sito www.creditosportivo.it nella sezione dedicata alle misure di sostegno collegate all'emergenza epidemiologica Covid-19, compilando il modulo online.

Tra i documenti da allegare è prevista una lettera di attestazione da parte della Federazione che certifichi che la Società Sportiva è affiliata da almeno 1 anno ed è in regola con i pagamenti degli impegni associativi. 

L’Istituto per il Credito Sportivo metterà a disposizione a breve il numero verde 800 608 398 e la mail infoemergenzacovid19@creditosportivo.it appositamente dedicati all’iniziativa, per fornire le necessarie informazioni e gli adeguati supporti ai soggetti interessati.

Elenco Atleti di Interesse Olimpico ed Internazionale

Roma 5 maggio 2020 -  La Federazione comunica ufficialmente la lista degli atleti di interesse Olimpico, Internazionale e giovanile che saranno autorizzati ad allenarsi, secondo le disposizioni dell'ultimo DPCM del 26 aprile 2020. Si evidenzia come la graduale ripresa delle attività sportive si dovrà svolgere garantendo le prioritarie esigenze di tutela della salute e della sicurezza, consentendo le sessioni di allenamento a porte chiuse degli Atleti nel pieno rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento.

Clicca qui per la lista completa

Modalità di svolgimento degli allenamenti per gli sport individuali

Roma 4 maggio 2020 - Trasmettiamo in allegato il documento recante “ Linee-Guida ai sensi dell’art. 1, lettere f e g del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 26 aprile 2020. Modalità di svolgimento degli allenamenti per gli sport individuali ”, trasmesso in mattinata dal CONI e predisposto dall'Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Da una prima lettura delle Linee Guida, si evidenzia come la graduale ripresa delle attività sportive si dovrà svolgere garantendo le prioritarie esigenze di tutela della salute e della sicurezza, consentendo le sessioni di allenamento a porte chiuse degli Atleti riconosciuti di Interesse Nazionale delle discipline sportive individuali esclusivamente nel pieno rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento.

Con l’occasione si ribadisce che, in questo contesto, gli Atleti FIJLKAM riconosciuti di Interesse Nazionale sono esclusivamente  gli Atleti maggiorenni che fanno parte delle Squadre Nazionali di Judo, Lotta e Karate, ovvero gli Atleti appartenenti agli elenchi del Progetto Tokyo/Interesse Olimpico e di Interesse Internazionale.

Contestualmente, la Federazione ha avviato la predisposizione di un "Manuale Operativo per Attività Sportive Indoor in emergenza COVID-19" che presenta indicazioni sanitarie, operative ed organizzative declinate in base alle specifiche esigenze delle discipline federali. Pertanto, non appena recepite le ulteriori indicazioni fornite dalle Linee Guida della Presidenza del Consiglio, il Manuale Operativo verrà pubblicato e diffuso con le consuete modalità.

Clicca qui per il documento completo

In stand-by la ripresa degli allenamenti

Roma, 3 maggio 2020- Con riferimento alla possibile riapertura delle attività sportive da domani, 4 maggio, la FIJLKAM comunica che, finché non saranno emanate apposite Linee-Guida nazionali (riguardanti gli adempimenti relativi alle misure di sincurezza anti Covid-19) - predisposte a cura dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del CONI e del CIP, sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana e le Federazioni Sportive Nazionali interessate, ai sensi di quanto previsto nell’Art. 1 comma 1, lettera g) del DPCM del 26 aprile 2020 (che ha valenza fino al 17 maggio p.v.) non potrà essere autorizzata la ripresa delle attività degli Atleti definiti di Interesse Nazionale.
A tale riguardo precisiamo che, dalle informazioni assunte al momento, per Atleti di Interesse Nazionale si intendono gli Atleti maggiorenni che fanno parte delle Squadre Nazionali di Judo, Lotta e Karate, ovvero gli Atleti appartenenti agli elenchi del Progetto Tokyo/Interesse Olimpico e di Interesse Internazionale. Maggiori chiarimenti al riguardo saranno forniti auspicabilmente nel corso della giornata di domani, 4 maggio 2020.

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