Virtus-Akiyama-Carabinieri e non solo… tutti i vincitori degli Junior A1
Sono tanti i vincitori delle classifiche dei campionati italiani juniores A1, disputati nel PalaPellicone a Ostia. Hanno vinto infatti le ragazze della Judo Virtus Villabate Palermo, prime con 32 punti nella classifica femminile precedendo l’Akiyama Settimo Torinese (26) ed il
Banzai Cortina Roma (22), ma hanno vinto anche i ragazzi dell’Akiyama Settimo Torinese, primi con 34 punti nella classifica maschile davanti a Nippon Club Napoli (28) e Koizumi Scicli (24). Al primo posto però, ci sono anche i Carabinieri che, con tre medaglie d’oro e una d’argento, hanno conquistato il primato nel medagliere tricolore seguiti da due eccellenti siciliane, la Judo Virtus con cinque medaglie (2-2-1) ed il Koizumi Scicli con quattro (2-1-1). E poi sono vincitori anche tutti gli atleti, i protagonisti di un’altra giornata di grandi emozioni, come quelle espresse dalle immagini della fotogallery che si anticipano qui…
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È ancora bronzo a Sarajevo con Raffaella Lelia Ciano
È stata Raffaella Lelia Ciano che ha conquistato un’altra medaglia di bronzo a Sarajevo, con il terzo posto nei 70 kg nella seconda giornata dell’East Sarajevo Senior European Cup.
Partita con una sconfitta, inflittale dalla croata Karla Kulic, Lelia Ciano si è riscattata nei recuperi e con tre ippon sulla turca Yagmur Naz Aydin, la tedesca Mareike Reddig e la polacca Anna Dyba è riuscita a guadagnarsi il posto sul podio. È stato quasi un percorso inverso quello fatto da Irene Caleo che, nei 78 kg, è partita con due vittorie sulla francese Victoria Samie e la croata Lea Gobec, incappando poi nella sconfitta in semifinale con la tedesca Marlene Galandi e, nella finale per il bronzo, con la belga Vicky Verschaere.
Al settimo posto invece si sono classificati Cecilia Betemps nei 70 kg e Kevyn Perna nei 100 kg, mentre a Bielsko Biala nella Cadet European Cup la seconda giornata degli atleti italiani impegnati non ha evidenziato piazzamenti di rilievo.
>>> RISULTATI 2ª giornata SARAJEVO
>>> RISULTATI I 2ª giornata BIELSKO BIALA
Bronzo della De Luca a Sarajevo e quinto Sassi a Bielsko Biala
Spicca il bel terzo posto di Giulia Italia De Luca nella prima giornata dell’East Sarajevo Senior European Cup. Per la triestina la medaglia di bronzo nei 52 kg è arrivata con la vittoria ottenuta nei quarti di finale sulla svizzera Michelle Fernandez e, dopo la sconfitta in semifinale da parte della forte slovena Anja Stangar, la De Luca si è aggiudicata la finale tutta italiana con Alessia Tedeschi. È stata positiva anche la gara della Tedeschi nonostante la sconfitta iniziale con la turca Zeliha Cinci, ha poi superato per ippon la bosniaca Mila Petrovic e la croata Sara Matijevic, fermandosi poi al quinto posto. Settimo posto nei 57 kg invece, per Carlotta Avanzato.
“Sono molto contenta del risultato di oggi -è stato il commento di Giulia Italia De Luca- anche se è ancora un terzo posto, ma sono comunque soddisfatta! Ho combattuto per tre incontri e devo dire che al primo, contro una svizzera, non mi sentivo ancora molto con la mente in gara, ma sono riuscita lo stesso a batterla e andare oltre. Al secondo incontro invece, la semifinale, ho perso contro la prima della Ranking europea, ma sono riuscita ugualmente a fare un buon incontro e tenere duro fino al Golden score. In finale invece mi sono ritrovata a combattere di nuovo con la mia amica e compagna di palestra Alessia Tedeschi, con la quale ho vinto. Ringrazio tutti coloro che mi stanno vicino, dagli allenatori, ai compagni di palestra, alla famiglia”.
A Bielsko Biala invece, nella Cadet European Cup è stato Thomas Sassi ad arrivare ad un soffio soltanto dalla medaglia nei 50 kg con una bella prova caratterizzata da quattro vittorie, ippon sull’olandese Michel Guikema e dopo la battuta d’arresto con il kazako Yerbolat Syzdyk, ha superato ancora il polacco Jakub Muniz Acosta e, per ippon, sia il tedesco Julius Glaser che lo svizzero Silvano Cori. Nella finale per la medaglia di bronzo purtroppo, Sassi è stato superato dall’azero Mahammad Mamishov. Settimo posto nei 40 kg infine per Rachele Ciavurro.
>>> TABELLONI DI GARA SARAJEVO
>>> TABELLONI DI GARA BIELSKO BIALA
Annullata la gara a Bologna. A Ostia gli Junior A1 e Cup a Bielsko Biala e Sarajevo
È stato annullato il Grand Prix Veterani 2023, Trofeo Carlo Smiraglia che si sarebbe dovuto svolgere domenica 21 maggio a Bologna. A darne comunicazione a tutte le società sportive con atleti iscritti è stato Fabio Fabbroni, il presidente del Dojo Equipe Bologna, organizzatore della manifestazione. Questa la sua nota: “Purtroppo, come avrete potuto vedere dai notiziari nazionali, le condizioni meteo sono peggiorate, al punto che alcune zone della città, tra l’altro vicino al nostro impianto, risultano allagate. Le previsioni per il fine settimana sono ancora molto incerte, con una forte probabilità di un ulteriore peggioramento. In virtù di questo, e visto che altre manifestazioni sportive cittadine sono state annullate, abbiamo deciso di annullare il Trofeo previsto per il 21 maggio”.
Soltanto poche ore più tardi il Segretario Generale Massimiliano Benucci ha invitato tutti i presidenti di comitato regionale a tener conto dell’indirizzo promosso dal CONI: “Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha invitato le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive che si svolgeranno in Italia nel fine settimana, per onorare la memoria delle vittime dell'alluvione nella regione Emilia-Romagna”.
L’occasione per rispettare questo invito alla partecipazione solidale è data dal Campionato Italiano Juniores A1 in programma domenica 21 nel PalaPellicone a Ostia, che registra una partecipazione di 219 atleti appartenenti a 106 società sportive.
In ambito internazionale invece, sono in programma due European Cup in programma sabato e domenica che registrano una congrua partecipazione italiana, la Bielsko-Biala Cadet European Cup e la East Sarajevo Senior European Cup.
Laura Di Toma ed un bilancio dopo il mondiale a Doha
È un bilancio positivo quello che è chiamata a fare Laura Di Toma sui campionati del mondo a Doha. Anzi, è il bilancio più positivo che il judo azzurro possa vantare da quando è stato introdotto l’attuale sistema di qualificazione olimpica, se non il più positivo di sempre per i numeri, che alla fine sono quelli che fanno la differenza.
Mai erano state conquistate quattro medaglie nei campionati del mondo.
Mai sette azzurri hanno gareggiato nel final-block dello stesso mondiale.
È anche la prima volta, a partire dal 2007 quando Marius Vizer ha rinnovato la IJF, che l’Italia entra (con il nono posto) fra le prime dieci nazionali nel medagliere dei campionati del mondo.
Ebbene, Laura Di Toma, il (o la) Direttore Tecnico della nazionale italiana di judo, è la figura che attraverso la sua storia personale può dire a pieno titolo “io c’ero”.
Perché Laura Di Toma c’era a New York 1980, quando l’Italia conquistò con Margherita De Cal il primo oro mondiale per il judo italiano.
Ed all’oro ci andò vicina anche lei, che mise al collo la medaglia d’argento nei 61 kg.
Quarantatre anni dopo, a Doha, è sempre Laura la figura di riferimento per il judo italiano che realizza un risultato che, finalmente, ha infranto quello che sembrava essere diventato un tabù: mai più di tre medaglie ai mondiali. Anzi, a dirla tutta, le tre medaglie risalivano ormai a tempi lontani, la citata edizione del 1980 con De Cal, De Novellis, Di Toma e poi Barcellona 1991, 32 anni fa, con il doppio oro di Alessandra Giungi ed Emanuela Pierantozzi con il bronzo di Giorgio Vismara, al tempo ignaro che un bel giorno sarebbe andato a fare il tecnico in Svizzera. Questa è un’altra storia, ma è stato proprio lì che Giorgio si trovò in palestra un ragazzino di 14 anni che accudì ed allenò fino a 2 anni fa.
E proprio a Doha, Nils Stump, questo il nome del ragazzino oggi 26enne ci ha dato un dispiacere.
Ma ritorniamo a Laura Di Toma che, da buona friulana, non rivendica meriti ma condivide tutto con tutti.
“Da sempre abbiamo cercato l’equilibrio tra le Società e la Nazionale, la Nazionale e le Società. –è il suo commento sul risultato ottenuto a Doha- E questa ricerca sta sicuramente portando risultati, anche se non è semplice. Si tratta di un lavoro che richiede più contatto, più collaborazione con i tecnici, con i preparatori, con i ragazzi... non ci siamo ancora per come si dovrebbe essere, ma questo è quello che si sta cercando di fare, almeno da parte mia”.
“Il lavoro di questi ragazzi talentuosi -ha aggiunto- arriva da lontano ed inizia con i loro tecnici, le società che li hanno accolti ed avviati alla pratica, cresciuti. Poi c’è stata una proficua attività internazionale cadetti e poi junior, ricordo a titolo simbolico i nomi di chi conquistò le tre medaglie d’oro ai mondiali junior nel 2018 a Nassau: Bellandi, Lombardo, Parlati. È imprescindibile il lavoro della base, delle società sportive, grandi o piccole che siano, perché è solo alimentando ed incoraggiando la passione alla base del nostro mondo sportivo che si possono poi ottenere soddisfazioni importanti come quelle avute in questo mondiale.
È importante, anzi mi correggo, è determinante la mentalità. Da parte di tutti, atleti giovani e meno giovani, tecnici, arbitri, dirigenti, tutti insieme possono e devono condividere un’ideale di crescita comune, nel rispetto dell’agonismo e dello spirito competitivo, ma l’obiettivo dev’essere vincere tutti, vincere insieme. A Doha abbiamo capito che funziona, ma il lavoro è solo all’inizio ed abbiamo ancora molto da migliorare”.
Trofeo Italia: Roma e Catania vincono in Calabria e Torino vince in Lombardia
A Rossano Stazione la tappa calabrese del Trofeo Italia per U15 l'ha vinta il Banzai Cortina Roma nelle categorie femminili e Titania Catania a pari punti (34) con Fitness Club Nuova Florida nelle categorie maschili, mentre nella stessa tappa, ma a Montichiari, in Lombardia, si sono
imposte nelle classifiche per società il Kumiai (maschile) e l’Akiyama Settimo Torinese (femminile).
Sono stati quasi 700 gli atleti della classe under 15 che hanno partecipato alle due manifestazioni, 242 atleti di 82 società sportive in Calabria e 411 atleti di 144 società sportive in Lombardia, sottolineando così quelle che sono le principali motivazioni che hanno suggerito la scelta approvata dal consiglio di settore di organizzare appuntamenti contemporanei per il circuito degli Esordienti B, ovvero la possibilità di scegliere la gara più vicina contenendo così i costi della trasferta.
Foto tratte da Facebook
Settimo posto per Tavano e l’Italia a Doha è la migliore di sempre
Si è piazzata al settimo posto Asya Tavano, dopo aver sovvertito i pronostici della categoria +78 kg nella settima giornata dei campionati del mondo a Doha. La ventenne udinese, infatti, dopo la vittoria per ippon su Jia Tsen Tasi (Taipei), ha sconfitto anche la francese Romane Dicko, bronzo olimpico a Tokyo, campionessa del mondo uscente e numero uno del ranking. Una vittoria che esprime il grande potenziale della Tavano, che poi ha ottenuto un’altra vittoria sulla kazaka Kamila Berlikash, per cedere poi il passo nei quarti di finale alla cinese Shiyan Xu. È stata poi la brasiliana Beatriz Souza, numero 5 al mondo, ad interrompere nei recuperi la corsa della Tavano.
“Oggi -ha detto invece Asya Tavano- primo mondiale, ero un po’ in ansia questa mattina però mi sentivo molto bene e penso che questa sia una delle migliori gare che ho fatto, anche se sono arrivata settima”.
“Quello di oggi è sicuramente un grande risultato -ha detto il capoallenatore della squadra femminile Francesco Bruyere riferendosi alla gara di Asya Tavano- ed è frutto di tanto lavoro, di una ragazza che ha grandi potenzialità e si dedica notte e giorno al miglioramento. Non le abbiamo messo pressione perché l’obiettivo è l’Olimpiade e sono sicuro che il grande risultato non tarderà ad arrivare”.
“Il primo campionato del mondo con medaglie importanti è stato quello del 1991 con due medaglie d’oro ed una di bronzo -ha detto Laura Di Toma- e quindi il dato numerico di quattro medaglie, con un quinto e due settimi posti, ottenuto a Doha è veramente importante, al di là di qualche sottolineatura evidenziata da un blog generalista. Abbiamo ancora con l’amaro in bocca, e questo significa che il risultato poteva essere migliore e lo dimostrano il quinto posto di Parlati ed i due settimi di Manzi e, oggi, Tavano”.
Domani è in programma la gara Mixed Teams, cui l’Italia non prende parte proprio per dedicare la massima attenzione alle qualificazioni individuali.
Bellandi è di bronzo ed è la quarta medaglia-record per l'Italia
Alice Bellandi ha conquistato la medaglia di bronzo dei 78 kg a Doha, nella sesta giornata dei campionati del mondo. Una grande gara la sua, com’è diventata ormai ogni gara disputata da Alice Bellandi, che ha affrontato questo mondiale da numero uno del ranking, dimostrando di meritarselo tutto. E lo ha dimostrato anche nella sconfitta in semifinale con Inbar Lanir, israeliana in giornata di super-grazia, che poi ha vinto il titolo. Alice Bellandi infatti, dopo aver liquidato Camila Figueroa (Per), Natascha Ausma (Ned) e Jeongyun Lee (Kor), è partita all’attacco anche di Inbar Lanir piazzando un wazari di seoi nage prima che la lancetta dei secondi completasse il primo giro e continuando poi ad attaccare per vincere. Con il senno di poi è facile dire che cosa avrebbe potuto o dovuto fare, ma Alice Bellandi è talento, è esplosività, è dinamismo… non può e forse non vuole stare ferma, la sua voglia di attaccare prevale su tutto, è la ricerca dell’ippon, sempre. E la ripaga con percentuali elevatissime. Oggi purtroppo Lanir ha avuto qualcosa di speciale, colpo d’occhio, intuizione, rapidità d’azione e Alice Bellandi, a malincuore, ha accettato la sconfitta. Ed ha subito ricaricato pile per affrontare una finale per il bronzo e giocarsela al meglio. E così è stato, al meglio ovvero attaccando dall’inizio alla fine, con la campionessa olimpica annichilita da una Alice sempre in anticipo con attacchi veri ed efficaci dai quali in qualche modo si è salvata, ma il terzo shido ha chiuso l’incontro a 30 secondi dalla fine.
"Chi sia realmente la più forte del mondo lo sappiamo tutti, così come sappiamo quanto lo sport possa essere bello e crudele allo stesso tempo e quanto proprio questo lo renda affascinante. -ha commentato Francesco Bruyere- La storia di oggi sembrava scritta, non c’erano avversarie per Alice, stava molto bene fisicamente, era lucida e concentrata e, grazie al grande lavoro svolto, aveva le idee chiare su dove mettere le mani con tutte le sue avversarie. Avrebbe dovuto combattere solo con se stessa per arrivare in cima al mondo. Purtroppo si è giocato un brutto scherzo e proprio quell’attacco istintivo e geniale che spesso le ha risolto incontri complicati oggi le è tornato indietro come un boomerang e aveva un prezzo carissimo. Possiamo sicuramente sederci e discutere del fatto che avrebbe potuto gestire l’incontro, non attaccare fino alla fine o non rialzarsi da quell’attacco andato a vuoto…ma la verità è che se avesse fatto così non sarebbe stata l’Alice spettacolare che ci ha fatto sognare e divertire fino a questo punto. Per questo non voglio parlare di errore ma rendere onore allo sport e all’atleta Israeliana che ha saputo sfruttare questa grande occasione a suo favore. Il resto è storia perché spiegarvi a parole quanto sia stato difficile per Alice trovare le forze per reagire a questo momento è impossibile, vederla risorgere in quella maniera sul tatami e trattare così la campionessa olimpica non ha prezzo e non fa altro che confermare quello di cui tutti eravamo già certi, Alice è la più forte del mondo. Come sempre un ringraziameto speciale va a tutto il gruppo sportivo delle Fiamme Gialle per l’ottimo lavoro svolto".
“E ora siamo nella storia... primo Mondiale Senior con 4 medaglie, superata Barcellona 1991”. Ha commentato subito Raffaele Toniolo.
La sesta giornata degli azzurri è iniziata con un sorteggio “facile-facile”, quello dei 100 kg, che ha messo Lukas Krpalek di fronte a Gennaro Pirelli. Il campione ceko però, ha dovuto faticare, e non poco, per superare il forte napoletano che lo ha costretto ad incassare due sanzioni. E solo nel golden score è riuscito ad aggiudicarsi la vittoria con un’immobilizzazione. A questo punto purtroppo, il Mondiale di Pirelli si è concluso e questo è stato il suo commento: “Io sono uno che non pensa al sorteggio e decide se è a favore o sfavore, combatto con tutti e poi ad un mondiale, con un livello del genere li prendi tutti. Ho fatto degli errori e li ho pagati, purtroppo è andata così. Lui è molto bravo nel ne waza e purtroppo sono rimasto aperto e mi ha punito, tra virgolette”.
Al terzo incontro, dopo le vittorie ottenute su Natalie Powell (Gbr) e Vanessa Chala (Ecu), Giorgia Stangherlin è stata fermata dalla campionessa olimpica Shori Hamada (Jpn). “Oggi mi sentivo concentrata e stavo bene, ero sul pezzo -è il commento di Giorgia Stangherlin- ed al primo turno con la Powell (12ª in ranking) ho avuto sensazioni molto positive e ho portato a casa l’incontro, così come quello successivo. Anche con Hamada è stato un buon approccio ed i primi due minuti l’ho messa in difficoltà quando la chiudevo sopra, poi ho voluto osare, solo che lei a terra è molto forte e mi ha inchiodata. Mi rimane il rammarico, perché oggi potevo arrivare ad una finale mondiale per come mi sentivo e per come ho sentito le mie avversarie. Il risultato di oggi poteva essere diverso”.
Sabato, ultima giornata delle gare individuali, è la giornata dei pesi massimi e per la squadra azzurra tutte le attenzioni sono rivolte ad Asya Tavano, in gara nei +78 kg.
->->-> DIETRO LE QUINTE...
“No, non è vero” è Alice alle spalle di Imbar Lanir che si avvicina a coach Bruyere. “No, non è vero: dimmi che non è vero”: a ripetizione, uscendo dall’area di gara tra il frastornato e l’incredulo.
Non è facile salire sul tatami con il peso di mille sguardi. Non è facile quando sei notoriamente la più forte, non è facile quando sei lì, nel giorno dell’appuntamento più importante e il tatami scotta, gli sguardi pesano, il tempo sfugge: fatica nella fatica domare questo fiume interiore. Tenersi lucidi sempre e comunque per restare protagonisti del proprio giorno non è scontato neanche se sei una fuoriserie come Alice; succede che ad essere protagoniste di queste ore sono le emozioni che da preziose alleate si trasformano in infide compagne di avventura rendendo tutto più macchinoso; succede che, sotto la spinta della pressione del qui ed ora, si possa perdere la lucidità per un istante: in questo sport un attacco sbagliato può fare la differenza tra “vivere e morire”.
“No, non è vero: dimmi che un incubo.” “E invece è così e ora andiamo avanti.” Parola di coach.
E qui che i fuoriclasse fanno la differenza, perché quando tutto si spegne, ripartire diventa l’incontro più difficile della giornata: l’incontro che solo i migliori, come Alice, sanno vincere per vincere ancora.
Un grande Christian Parlati si ferma al quinto posto a Doha
Quinto posto a Doha per un grande Christian Parlati, che dopo l’argento a Tashkent 2022 si è conquistato un’altra finale ai campionati del mondo. Questa volta per il bronzo, che purtroppo è andato al collo dello svedese Marcus Nyman. Parlati è arrivato a Doha nonostante con i postumi di un infortunio recente che aveva messo in forse la partecipazione. Ma l’intervento chirurgico ed il recupero hanno fatto il miracolo e Christian non è tipo di tirarsi indietro. “…non ho preparato al meglio questa gara -ha detto Parlati alla vigilia- però ci sarò con la testa e con il cuore che, a volte, è sicuramente meglio che esserci fisicamente”.
E testa e cuore ce li ha messi tutti, tant’è che Christian Parlati ha fatto subito capire di avere sbloccato il freno a mano e che il recente infortunio al ginocchio, per lui, non era un problema. Se n’è accorto per primo il serbo Darko Brasnjovic, che è stato letteralmente malmenato con wazari di o soto gari e poi schiacciato a terra sull’accenno di attaccare con sumi gaeshi. Meno di due minuti per chiudere la prima partita. È toccato poi al bulgaro Ivaylo Ivanov, avversario tosto, al punto che è riuscito a superare il terzo minuto di combattimento prima crollare sull’azione di Christian: wazari ed immobilizzazione. Al cubano Ivan Felipe Silva Morales è andata anche peggio, se possibile, messo giù con due azioni imprevedibili e forse anche inimmaginabili, se non per il geniale uso che fa della sua fisicità Christian Parlati. Arrivato in semifinale con Luka Maisuradze e poi nella finale per il bronzo con Marcus Nyman, Christian ha spinto sempre, ha cercato insistentemente la soluzione con il suo istinto speciale, ma il georgiano prima e lo svedese poi hanno saputo imbrigliarlo ed in qualche modo, andare a segno con il punto ed i punti decisivi.
“È stata una gara dura, che ho iniziato bene vincendo con avversari tosti -ha detto Christian Parlati- e se penso che degli ultimi 40 giorni 30 li ho passati in fisioterapia e judo l’ho fatto negli ultimi dieci giorni dico la medaglia l’avrei meritata, ma purtroppo è andata così. Sicuramente ho la conferma di essere fra i primi al mondo, ma questo quinto posto non è facile da accettare”.
Oggi in gara nei 90 kg anche Nicholas Mungai che si è dimostrato nuovamente all’altezza della situazione mettendo sotto l’israeliano Li Kochman con due wazri di tomoe nage e rispondendo colpo su colpo a Marcus Nyman, salvo cedere poi nel golden score per immobilizzazione.
“Non è il risultato che mi aspettavo -ha detto Nicholas Mungai- però sono riuscito a sentirmi finalmente bene fisicamente e mentalmente sul tatami, per cui sono fiducioso. Purtroppo, non sono riuscito a portare a casa il secondo incontro per una distrazione che comunque si poteva fare, per cui il rammarico ce l’ho. Quel passaggio a terra Nyman lo fa molto bene e lo sapevo, ma se la prima volta sono riuscito a controllarlo, poi però con la stanchezza del golden score alla seconda è passato. Però sono riuscito ad avere delle buone sensazioni e sono convinto di poter ottenere ancora dei buoni risultati”.
Domani, nella sesta giornata dei campionati del mondo a Doha, ad essere impegnati sui tatami saranno Alice Bellandi e Giorgia Stangherlin nei 78 kg e Gennaro Pirelli nei 100 kg.
-> DIETRO LE QUINTE: Un quinto posto è sempre amaro: amarissimo, soprattutto per un campione vero come Christian. Un dato è certo: Christian è e si conferma uno dei migliori atleti del mondo nella sua categoria ed è proprio la gara di oggi a darne prova. Dietro a questa giornata c’è una quaresima che parte con l’infortunio occorso due mesi fa e che arriva ad oggi lungo un percorso in cui a fare la differenza è stata una grande resilienza: di Christian e di chi gli è stato vicino.
Si può dire che la decisione di prendere effettivamente parte al Mondiale sia soltanto di pochi giorni fa, con il parere favorevole dei medici e della Direzione Tecnica Nazionale: in dubbio fino all’ultimo dopo aver subito un piccolo intervento al ginocchio destro a fine marzo, la sua preparazione è stato un capolavoro della fisioterapia. Christian è tornato sul tatami soltanto nel collegiale pre-gara dove si è testato appurando la buona condizione e le sensazioni positive in vista dell’imminente impresa: consapevole di essere ben lontano dalla preparazione ottimale, non si è tirato indietro e ha scelto di rimettersi in discussione. Il resto si è visto sul tatami dove il risultato ha il colore del legno ma la consistenza della prova ha la luce del metallo più prezioso.
Il Trofeo Italia si sdoppia-Dietro le quinte dei Mondiali a Doha
Non ci sono soltanto i campionati del mondo per i judoka d’Italia che, sabato e domenica prossimi, si apprestano ad affrontare un doppio appuntamento, che è quello riservato agli Esordienti B con il Trofeo Italia. Si tratta di due date contemporanee, nelle sedi a Montichiari (Brescia) ed a Rossano Stazione (Cosenza), una scelta che è stata proposta per la prima volta quest’anno ed è stata presentata con la pubblicazione sul Programma Attività Federale (qui l’estratto).
Si informa inoltre che sulla base del numero delle atlete iscritte alla gara, il peso del secondo blocco di domenica 14 maggio verrà anticipato di un’ora (11:00-11:30) per entrambe le manifestazioni. Questa informazione è stata trasmessa ieri e ribadita oggi sull’apposito canale Telegram FIJLKAM Judo – attività Nazionale.
Dietro le quinte
Da Dietro le quinte dei campionati del mondo, a catturare l’attenzione del corrispondente a Doha è stata una storia speciale di due fratelli speciali…
“Antonio e Giovanni. È impossibile non soffermarsi sul legame che li unisce: di sangue ma anche e soprattutto come compagni di viaggio. Non è un caso che l’uno ci sia per l’altro prima durante e dopo ogni gara e anche oggi la chimica che li unisce si è resa palpabile sul tatami dove Giovanni scaldava Antonio. È un’aura singolare quella che questi fratelli emanano quando sono l’uno per l’altro, accantonando se stessi, le proprie vicende delusioni incluse: oggi non c’era la gara di ieri per Giovanni, ma la gara di oggi di Antonio. Il loro viaggio olimpico sa di famiglia vera e verace e nella concretezza del tatami questo legame si sublima nel jita kyoei quotidiano. Trovarsi fratelli è normale, scegliersi fratelli è di più: il judo è anche questo”.