A Malaga l’Open è d’oro per Martina Castagnola, Magnani argento e Carlino bronzo
È un’Italia brillante quella vista sui tatami a Malaga, nella prima giornata dell’European Open che registra la partecipazione di 381 atleti di 33 nazioni ed a brillare sono le medaglie d’oro di Martina Castagnola nei 52 kg, d’argento di Alessandro Magnani nei 73 kg e di bronzo di Andrea Carlino nei 60 kg. Ma non è tutto, perché si sono avvicinati al podio anche Sofia Fiora, quinta nei 52 kg, Giulia Caggiano e Nicolle D Isanto, settime rispettivamente nei 57 e 63 kg.
"Oggi è stata una giornata fantastica -ha detto Martina Castagnola- ero concentrata e volevo questa medaglia a tutti i costi, è stata una gara lunga e non semplice dato che nella semifinale mi sono infortunata a un gomito. Ma la voglia di prendermi questo oro è stata più grande di tutto. Ovviamente c'è sempre da lavorare quindi da domani si torna al lavoro per la prossima gara, che spero e penso sia l'Europeo Under 23".
“Questa è una medaglia frutto di una giornata molto lunga e impegnativa -ha detto Alessandro Magnani- ma soprattutto frutto del duro lavoro e dei tanti sacrifici che io e tutti i ragazzi che si allenano con me facciamo tutti i giorni, per questo ci tengo veramente a ringraziarti tutti e a ringraziare la mia società, il mio maestro, il mio presidente e il mio allenatore perchè senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile. Inoltre ci tengo a ringraziare anche Antonio Ciano che mi ha seguito durante tutta la giornata di oggi”.
Domenica seconda e conclusiva giornata.
MALAGA
60: 1. Cedric Revol (Fra), 2. Dylan Munro (Gbr), 3. Jaume Bernabeu Rico (Esp) e Andrea Carlino (Ita)
66: 1. Amit Bobovich (Isr), 2. Benjamin Gomes (Fra), 3. Ari Berliner (Usa) e Freddy Waizenegger (Sui)
73: 1. Luca Otmane (Fra), 2. Alessandro Magnani (Ita), 3. Turpal Djoukaev (Fin) e Alexander Bernd Gabler (Ger)
48: 1. Manon Urdiales (Fra), 2. Nathalie Kolein (Ger), 3. Amber Gersjes (Ned) e Mireia Lapuerta Comas (Esp)
52: 1. Martina Castagnola (Ita), 2. Ariane Toro Soler (Esp), 3. Izaskun Ballesteros Gonzalez (Esp) e Joana Diogo (Por), 5. Sofia Fiora (Ita)
57: 1. Amelie Stoll (Ger), 2. Malin Wilson (Gbr), 3. Ana Rosa (Dom) e Acelya Toprak (Gbr)
63: 1. Sarah Harachi (Mar), 2. Sarai Padilla Guerrero (Esp), 3. Gaetane Deberdt (Fra) e Laura Vazquez Fernandez (Esp)
Tricolori U18 a Ostia, Open a Malaga e Mondiali master a Lisbona
Sabato e domenica nel PalaPellicone a Ostia sono attesi seicento atleti appartenenti a 252 società sportive per la finale dei campionati italiani della classe U18. Si raccomanda a tutte le società sportive di portare pazienza e prestare attenzione nei dettagli all’applicazione delle normative che in questo periodo si è costretti ad osservare, ma che in ogni caso ci consente di svolgere l’attività calendarizzata.
Nello stesso fine settimana, ma a Malaga è in programma un’European Open che registra la partecipazione di 395 atleti appartenenti a 35 nazioni e, per l’Italia, saranno presenti Alessandro Aramu, Andrea Carlino (60), Carmine Maria Di Loreto (66), Luigi Brudetti, Alessandro Magnani, Gabriele Sulli, Matteo Medves, Davide Nuzzo (73), Mattia Gallina, Leonardo Casaglia, Andrea Gismondo, Tiziano Falcone, Lorenzo Parodi (81), Matteo Rovegno, Gian Marco Coppari (90), Davide Pozzi (100);
Alessia Ritieni, Matilda Avila (48), Sofia Fiora, Martina Castagnola, Martina Scisciola, Giulia Pierucci, Kenya Perna (52), Giulia Caggiano (57), Federica Luciano, Nicolle D Isanto, Nadia Simeoli, Chiara Cacchione (63), Carola Paissoni, Irene Pedrotti, Martina Esposito (70), Melora Rosetta, Linda Politi, Giorgia Stangherlin, Claudia Cerutti (78), Erica Simonetti, Annalisa Calagreti (+78);
Arbitro: Francesco Soldano;
Covid-manager: Matteo Marconcini;
Tecnici: Renato Vinassa, Elio Verde, Paolo Monaco, Antonio Ciano, Massimo Parlati, Massimiliano Nobile, Elios Manzi.
Sono iniziati oggi a Lisbona, infine, i Campionati del Mondo per veterani che si protrarranno fino domenica 24 con la partecipazione di 390 atleti di 43 nazioni che, rispetto tutte le edizioni precedenti, è particolarmente ridotta. Anche la delegazione italiana che è sempre stata molto numerosa e motivata, in quest’occasione sarà rappresentata dalla sola Lara Battistella, che salirà sui tatami dell’Estadio Universitario de Lisboa il quarto ed ultimo giorno di gara, domenica 24 ottobre.
Quinto posto a Dubrovnik per Ghetti e Turini
È stata una giornata senza medaglie la seconda per gli italiani in gara nell’European Cup Senior a Dubrovnik che, dopo l’oro di ieri con Sofia Petitto e Mario Petrosino, l’argento di Gabriele Sulli ed il bronzo di Stefano Monticone, si sono dovuti accontentare di due quinti posti, quelli di Eleonora Ghetti nei +78 kg e Lorenzo Turini nei +100 kg e del settimo posto di Matteo Rovegno nei 90 kg.
“Giornata amara per i ragazzi italiani -è stata la considerazione fatta dai tecnici Salvatore Ferro e Luca Ravanetti- non si è andati più in là dei due quinti posti di Lorenzo Turini nei +100 kg ed Eleonora Ghetti nei +78 kg. Nota positiva sulla gara di Matteo Rovegno nei -90kg, che si è fermato al settimo posto, ma con cinque incontri disputati con caparbietà e pochi errori”.
“La gara è stata un ottimo test per fare il punto della situazione -così ha commentato Sofia Petitto il successo ottenuto ieri nei 48 kg- dopo tanto tempo senza gare ufficiali. E’ senza dubbio un ottimo punto da dove partire e sono contenta di come mi sono sentita, sempre consapevole che la strada è ancora molto lunga”.
Petitto-Petrosino, coppia d’oro a Dubrovnik
Sofia Petitto nei 48 kg e Mario Petrosino nei 60 kg hanno conquistato due medaglie d’oro per l’Italia a Dubrovnik nella prima giornata dell’European Cup Senior che registra la partecipazione di 267 atleti di 26 nazioni.
Si tratta di un eccellente risultato al quale si vanno ad aggiungere anche la medaglia d’argento di Gabriele Sulli, secondo nei 73 kg e quella di bronzo di Stefano Monticone, terzo nei 60 kg, oltre al quinto posto di Silvia Pellitteri nei 57 kg ed i settimi di Chiara Zuccaro e Tea Patri nella stessa categoria e di Andrea Spicuglia nei 73 kg.
Grazie a questi risultati il medagliere della prima giornata registra il secondo posto dell’Italia subito dietro la Gran Bretagna.
“Giornata veramente intensa per tutti i nostri atleti -hanno detto i tecnici Salvatore Ferro e Luca Ravanetti- si sono tutti evidenziati nella voglia di vincere, tutti i ragazzi sono stati molto uniti. Bravissimo Mario Petrosino che ha vinto l’oro nei 60 kg, non si è smentita Sofia Petitto che ha vinto con facilità i 48 kg, secondo nei 73 kg Gabriele Sulli che dopo aver vinto in semifinale con il francese un incontro difficilissimo, in finale durante una fase di lotta a terra è rimasto immobilizzato dal moldavo Osmanov. Ottima comunque la sua gara. Terzo nei 60 kg Stefano Monticone, bella la sua prova e meritata la medaglia, peccato invece per Silvia Pelliteri che si è fermata ai piedi del podio”.
"La gara è stata un ottimo test per fare il punto della situazione, dopo tanto tempo senza gare ufficiali. -è stato il commento di Sofia Petitto- E’ senza dubbio un ottimo punto da dove partire e sono contenta di come mi sono sentita, sempre consapevole che la strada è ancora molto lunga".
“Sono contento a metà per questo risultato -ha detto Gabriele Sulli al termine della finale- dispiace tanto per la finale, per il resto tutto bene, buone sensazioni, mi sono sentito bene. Adesso testa a Malaga e ce la metterò tutta per prendere l’oro che non è arrivato oggi. Ringrazio mio padre, la mia famiglia che mi segue sempre, le Fiamme Gialle, Salvatore Ferro ed Antonio Ciano, che mi stanno seguendo in questo percorso”.
Domenica seconda giornata.
Scutto settima nel Grand Slam a Parigi, bene anche Pantano
Antonio Ciano ha parole lusinghiere per i due azzurri che hanno gareggiato oggi a Parigi, in quel Grand Slam che non ha pari per livello ed atmosfera. Un Grand Slam che Assunta Scutto, settima nei 48 kg ed Angelo Pantano (60 kg) hanno affrontato senza riserve.
“Sono molto contento dell’atteggiamento di entrambi -ha detto Antonio Ciano- non hanno sentito nè la pressione nè il timore di confrontarsi su un palcoscenico come quello di Parigi, nonostante fosse la prima volta per entrambi. Angelo nonostante fosse testa di serie ha beccato il giapponese al primo e purtroppo non si è potuto esprimere perché l’asiatico ha improntato l’incontro sul ne waza e il nostro atleta pecca in questa situazione. Appena sceso ha ammesso da serio professionista qual è di dover lavorare di più nella lotta a terra, anche perché in piedi conosciamo tutti le sue qualità. Susy invece è sembrata una veterana -ha aggiunto- nonostante anche lei avesse un sorteggio proibitivo, ha avuto la meglio sull’esperta Dolgova in un incontro al cardiopalma. Con le due francesi ha patito la maggiore prestanza fisica delle avversarie. La cosa molto positiva è che ora sa in che direzione lavorare visto che ormai il suo livello è quello delle prime 20 al mondo. Lei che ha vinto tutto nella categoria giovanile, sa che da ora in poi se vuole vincere anche in quella senior deve confrontarsi con le più forti, ne è consapevole e non vede l’ora di tornare in palestra a lavorare come ha sempre fatto…. anzi ancora di più”.
“Nonostante mi sia classificata settima -ha commentato Assunta Scutto- sono comunque soddisfatta di essermi potuta esprimere e divertire nel torneo più bello di sempre, sono sicura di essere sulla buona strada, intanto mi porto a casa tanta esperienza vorrei ringraziare Antonio Ciano che mi ha seguito in gara. Torno a casa sapendo che il livello è questo… ancora grazie ad Antonio che mi sta preparando per affrontare queste tipo di atlete”.
“Purtroppo la mia gara si è conclusa al primo turno contro il giapponese -ha detto Angelo Pantano- Stamattina mi sentivo molto bene, avevo alte aspettative, ma purtroppo si sa che i giapponesi sono molto forti nel ne-waza. Adesso si torna a casa con un po’ di esperienza in più e con la consapevolezza di avere molto ancora da migliorare”.
RISULTATI
48
1. KOGA Wakana(JPN) |
3. PONT Blandine(FRA) |
3. BOUKLI Shirine(FRA) |
5. COSTA Catarina(POR) |
5. NIKOLIC Milica(SRB) |
7. STOJADINOV Andrea(SRB) |
7. SCUTTO Assunta(ITA) |
52
1. PRIMO Gefen(ISR) |
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2. GNETO Astride(FRA) |
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3. BALLHAUS Mascha(GER) |
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5. KUZNETSOVA Alesya(RUS) |
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5. DEVICTOR Chloe(FRA) |
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7. DEGUCHI Kelly(CAN) 57
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60
1. AGHAYEV Balabay(AZE) |
2. ABDULAEV Ramazan(RUS) |
5. KOGA Genki(JPN) |
7. VERGNES Richard(FRA) |
7. MERLIN Maxime(FRA) |
66
1. TANAKA Ryoma(JPN) |
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2. FUJISAKA Taikoh(JPN) |
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3. CAZORLA Orlando(FRA) |
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3. KHYAR Walide(FRA) |
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5. VIERU Denis(MDA) |
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73
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Grand Slam a Parigi per Scutto e Pantano, altri 30 in gara a Dubrovnik
Ha appena vinto il titolo di campionessa del mondo juniores nei 48 kg ad Olbia ed è già a Parigi per disputare un Grand Slam che fra sabato 16 e domenica 17 ottobre metterà a confronto 300 atleti di 48 nazioni.
Si tratta di Assunta Scutto che, assieme ad Angelo Pantano nei 60 kg, si appresta a vivere un’altra esperienza ai massimi livelli con l’assistenza di coach Antonio Ciano e del Covid manager Alessandro Comi.
“Sono veramente contentissima di essere qui a Parigi -ha detto Assunta Scutto- penso sia il torneo più bello di sempre se devo essere sincera non ho aspettative, sono venuta qui a divertirmi e dare il meglio di me non vedo l’ora di confrontarmi con persone più esperte”.
“Sto molto bene -ha detto invece Angelo Pantano- il mio allenatore é riuscito a strutturare un programma che mi portasse in gara nelle migliori condizioni possibili. La gara non é facile, ma siamo qui per combattere e trarre il meglio da questa esperienza.
Parigi é descritta da tutti come la gara più bella ed emozionante del panorama internazionale, non vedo l’ora di salire sul tatami e divertirmi come ho fatto qualche settimana fa a Zagabria”.
“È un’edizione animala quella di quest’anno -ha commentato infine Alessandro Comi- non poteva mancare poiché si tratta del cinquantesimo compleanno di questo torneo che senza dubbio è il più celebre in assoluto… con poco meno di 300 atleti in gara può sembrare una versione ridotta, ma sono piuttosto convinto che sarà un grande spettacolo: tra i giovani all’esordio e i nomi eccellenti in cerca di rivalsa, la gara regalerà emozioni uniche. Bercy sarà aperta al pubblico dotato di Green Pass e anche questo saprà fare la differenza. Angelo tornerà in gara dopo l’argento - un oro sfumato - di due settimane fa a Zagabria, Susy carica del titolo iridato la scorsa settimana a Olbia: le premesse per un grande torneo ci sono tutte”.
Sabato e domenica saranno in gara anche 275 atleti di 27 nazioni a Dubrovnik per un’European Cup Senior cui l’Italia partecipa con: Stefano Monticone, Mario Petrosino, Andrej Ferro, Rocco Terranova, Diego Rea (60), Leonardo Valeriani (66), Andrea Spicuglia, Gabriele Sulli, Davide Nuzzo, Davide Ripandelli (73), Luigi Pippa, Tiziano Falcone, Emanuele Bruno (81), Matteo Rovegno (90), Kevyn Perna (100), Lorenzo Turini (+100), Sofia Petitto (48), Eleonora Crescini (52), Chiara Zuccaro, Silvia Pellitteri, Tea Patri, Francesca Ripandelli (57), Cristina Piccin, Agnese Zucco, Beatrice Ranzato, Flavia Favorini, Chiara Cacchione (63), Raffaella Lelia Ciano (70), Eleonora Ghetti (+78), tecnici: Luca Ravanetti, Salvatore Ferro, Manuela Tadini, Danilo Silveri, Davide Spicuglia.
L’EJU Sport Commission ha arruolato Alessandro Comi
L’Unione Europea Judo (EJU) con l’approvazione del presidente della FIJLKAM Domenico Falcone ha voluto implementare la Sport Commission avvalendosi anche del lavoro di Alessandro Comi.
La notizia è stata accolta con soddisfazione dal presidente Falcone che la ha così commentata: “Sono contento ed orgoglioso per questa nomina di Alessandro Comi nella commissione sportiva EJU -ha detto- perché Alessandro ha lavorato tanto e bene in questi anni, ma è stato soprattutto in tempo di Covid che ha suscitato l’interesse dei dirigenti europei i quali lo hanno osservato ed apprezzato per la serietà e la competenza, e per essersi posto con il giusto approccio su una questione nuova e dirimente”.
Alessandro Comi e nato a Carate Brianza il 28 febbraio 1983, è judoka da oltre trent’anni, è laureato in psicologia clinica e neuropsicologia, con un dottorato di ricerca in neuroscienze cognitive ed un master in psicologia dello sport. Parla l’inglese ed il francese.
“Sono orgoglioso -ha detto Alessandro Comi- ma soprattutto sento la responsabilità di questo incarico nel quale vorrei portare il bagaglio di esperienze che ho accumulato in questi anni: un tesoro prezioso del quale devo dire grazie ai tanti con cui ho condiviso il percorso. Tanti atleti, molti insegnanti, arbitri e dirigenti con i quali lo scambio di idee anche contrastanti è costantemente stato un passo in avanti. In questi anni ho avuto il piacere ed il privilegio, infatti, di camminare con molti, come tecnico, come componente della Commissione Nazionale Attività Giovanile e come COVID manager nell’ultimo difficile anno. Con alcuni ho gioito, con altri ho condiviso qualche fatica e, soprattutto, da molti ho imparato, rubando le malizie e i dettagli da riportare nel mio lavoro per crescere a mia volta come uomo… sono tutte queste persone che porto insieme a me in questa commissione EJU.
Lo sento come un piccolo traguardo, ma non per me, un traguardo per tutti. Questo ovviamente non intaccherà l'impegno profuso a livello nazionale, che rimane una priorità. Perchè per il judo italiano dobbiamo lavorare tutti, tanto ed insieme”.
Italia 7a a squadre, il bilancio azzurro chiude in positivo
È settimo posto per il Mixed-Team azzurro che ha chiuso in questo modo il campionato del mondo juniores a Olbia. C’è una sottile vena di delusione che aleggia fra gli azzurri e, nonostante il massimo impegno, sentono di aver pagato caro l’infortunio di Vincenzo Pelligra.
Dopo la secca vittoria ottenuta sul Kazakistan, 4 a 1 con le vittorie di Asya Tavano, Lorenzo Rossi, Carlotta Avanzato e Martina Esposito (nell’ordine in cui hanno combattuto), la squadra azzurra ha affrontato nei quarti la solida Turchia in una sfida certamente insidiosa, ma possibile per le forze in campo.
Possibile almeno fino quando il ginocchio di Vincenzo Pelligra ha ceduto costringendolo ad abbandonare. E la Turchia, ormai sul 3 a 0, ha portato a casa l’incontro nonostante il punto messo a segno da Martina Esposito.
Le cose poi, si sono complicate anche nel recupero con l’Ucraina, che l’Italia ha iniziato già avanti di un punto per l’assenza dell’avversaria da opporre a Carlotta Avanzato nei 57 kg. Un vantaggio raddoppiato poi da Luigi Centracchio, che ha praticamente annullato Rostyslav Berezhnyi, ma non la risposta decisa dell’Ucraina che ha ribaltato il risultato fissando il finale sul 4 a 2.
“Abbiamo fatto comunque un buon mondiale -ha detto il tecnico Salvatore Ferro- tutti i nostri ragazzi hanno messo in gioco il massimo impegno, nessuno si è tirato indietro ed il fatto che sarebbe potuto arrivare qualcosa di più è nell’ordine delle cose, anche se lascia in ciascuno di noi un certo disappunto”.
“L’infortunio occorso a Vincenzo Pelligra ha costituito la svolta per la nostra gara di oggi -ha detto il tecnico Corrado Bongiorno- e purtroppo per noi, è stata una svolta negativa. Tutte le ragazze ed i ragazzi ci hanno creduto e non hanno mai mollato, perciò ritengo che il bilancio di questo campionato per noi sia ugualmente positivo. La squadra c’è e guarda con fiducia al futuro”.
Risultati 5ª giornata
Finale terzo posto A: Ucraina-Germania 3-4
Finale terzo posto B: Ungheria-Turchia 2-4
Finale primo posto: Francia-Russia 4-0
Classifica: 1. Francia, 2. Russia, 3. Germania e Turchia, 5. Ucraina e Ungheria, 7. Italia e Brasile
Mondiali U21, azzurri con il pensiero alla gara a squadre
La quarta giornata dei campionati del mondo juniores a Olbia è stata avara di sorrisi per la squadra azzurra, arrivata con due atleti agli ottavi di finale senza riuscire però ad andare più in là.
Agli ottavi è arrivata Carolina Mengucci che nei 78 kg ha vinto sulla mongola Khuslen Otgonbayar prima di essere fermata dalla francese Liz Ngelebeya. Ed è arrivata agli ottavi anche Asya Tavano nei +78 kg in virtù di un sorteggio privilegiato dal ruolo di testa di serie, poi si è fermata di fronte all’ucraina Ruslana Bulavina.
Subito eliminati purtroppo Jean Carletti nei 100 kg con il canadese Ian Ryder, Lorenzo Turini nei +100 kg con il finlandese Karl Priilinn Turk, Lorenzo Rossi nei +100 kg con il serbo Igor Vracar ed Erica Simonetti nei +78 kg con l’uzbeca Fotima Kuramboeva.
“Oggi non è andata come auspicavamo e come sarebbe potuta andare -ha detto Corrado Bongiorno- si sono create situazioni complicate che non abbiamo saputo risolvere in tempo reale, ma questo è un elemento che fa parte del gioco. Crediamo in questi ragazzi, anzi avremmo bisogno di poterci lavorare assieme più dei tre giorni in cui li vediamo prima delle gare. In ogni caso adesso dobbiamo pensare a domani, c’è la gara a squadre ed è un appuntamento importante cui teniamo molto ed anche se rimaniamo consapevoli delle difficoltà siamo certi che daremo il massimo”.
Il tabellone della gara a squadre ha posto il Kazakistan di fronte alla squadra azzurra mista al primo turno e, per quanto incerto e difficile, è un incontro che porta ai quarti con la prospettiva di accedere così al final-block.
La cerimonia delle premiazioni ha riservato un angolo speciale per il sindaco di Olbia Settimo Nizzi e per il presidente IJF Marius Vizer premiati dal presidente del comitato organizzatore Gavino Piredda, mentre la categoria dei 78 kg è stata effettuata dall’olimpionico Elio Verde.
Così come per la premiazione dei 73 kg di giovedì scorso, ad effettuarla sono stati Maria Centracchio e l’ospite d’onore Franco Capelletti.
Risultati 4ª giornata
-78: 1. Anna Monta Olek (Ger), 2. Yael Van Heemst (Ned), 3. Raffaela Igl (Ger) e Eliza Ramos (Bra)
+78: 1. Coralie Haime (Fra), 2. Marit Kamps (Ned), 3. Hilal Ozturk (Tur) e Lea Fontaine (Fra)
-100: 1. Ilia Sulamanidze (Geo), 2. Sukhrob Rajabov (Uzb), 3. Matvey Kanikovskiy (Rus) e Utkirbek Turoboyev (Uzb)
+100: 1. Saba Inaneishvili (Geo), 2. Richard Sipocz (Hun), 3. Irakli Demetrashvili (Geo) e Yvo Witassek (Ger)
Mondiali a Olbia, Azzurri a bocca asciutta ma forti e coesi
È la prima giornata senza medaglie per l’Italia nei campionati mondiali juniores di judo a Olbia. Ci si deve accontentare (si fa per dire) del quinto posto negli 81 kg di Bright Maddaloni Nosa e del settimo che Martina Esposito ha ottenuto nei 70 kg.
Brillante il percorso di Bright, che ha liquidato con due wazari di seoi nage lo statunitense Nicolas Yonezuka, quindi il belga Jitse Van Den Herrewegen ed il messicano Diego Diaz.
Un sussulto c’è stato a dire il vero, quando l’arbitro ha annunciato un ippon fantasma a favore del messicano, che è stato poi puntualmente annullato dalla commissione. È ippon vero invece quello che Bright ha incassato dall’azero Eljan Hajiyev, nato proprio da un attacco dell’azzurro che in un corpo a corpo ha cercato la soluzione in o uchi gari che l’azero ha contrastato di forza. Un bel wazari di o soto gari sul tagiko Muhammadjon Abdujalilov, che ha maturato anche tre sanzioni, ha aperto la strada per la finale-bronzo nella Bright Maddaloni ha ceduto il passo all’ucraino Artem Bubyr.
Martina Esposito si è avvicinata al podio dei 70 kg, ma è stata costretta a fermarsi al settimo posto perché dopo le vittorie ottenute sulla canadese Alexandria Lefort e l’argentina Victoria Delvecchio, è stata sconfitta prima dalla tedesca Friederike Stolze e nel recupero dalla polacca Katarzyna Sobierajska.
“Dobbiamo unire tutti i migliori per continuare a crescere e per crescere in fretta -ha detto Gianni Maddaloni, tecnico dello staff azzurro ed in particolare di Bright e Martina- questa squadra sta dimostrando quante e quali sono le potenzialità, ma dobbiamo e possiamo fare sempre meglio unendo le forze e condividendo gli obiettivi”.
È di ieri una lunga intervista che Nicolas Messner ha fatto a Gianni Maddaloni pubblicata in serata sul web IJF tradotta di seguito alla presente.
Così sono andati gli altri atleti italiani in gara, Cecilia Betemps (70), è stata eliminata da Mariem Khlifi (Tun), Leonardo Piccolo (81), ha vinto con Osama Almalki (Rsa) ed è stato eliminato da Alex Barto (Svk), Riccardo Bertolini (81) è stato eliminato da Alex Cret (Rou), Matteo Virgilio (81) è stato eliminato da Mustafa Hebib (Bih) e Davide Cossu (90) è stati eliminato da Borislav Vladov (Bul).
Domani, sabato 9 ottobre, le ultime 4 categorie individuali (-78, +78 kg F / -100, +100 kg M) con sei azzurri impegnati: Jean Carletti (100), Lorenzo Rossi e Lorenzo Turini (+100), Carolina Mengucci (78), Erica Simonetti, Asya Tavano (+78).
I risultati della 3ª giornata
81: 1. Giorgi Sherazadishvili (Geo), 2. Adam Tsechoev (Rus), 3. Eljan Hajiyev (Aze) e Artem Bubyr (Ukr), 5. Bright Maddaloni Nosa (Ita)
90: 1. Peter Safrany (Hun), 2. Tigo Renes (Ned), 3. Maxime-Gael Ngayap Hambou (Fra) e Adam Sangariev (Rus)
70: 1. Ai Tsunoda Roustant (Esp), 2. Lara Cvjetko (Cro), 3. Katarzyna Sobierajska (Pol) e Luana Carvalho (Por), 7. Martina Esposito (Ita)
Gianni Maddaloni è un personaggio come pochi nella vita. A prima vista, piuttosto discreto dietro la sua mascherina, passa quasi inosservato, ma sin dai primi istanti si capisce che dietro il fisico di un atleta si nasconde un uomo di passione per il quale il judo rappresenta molto più di uno sport.
Lo abbiamo incontrato qualche anno fa quando l'IJF andò a produrre un episodio della serie 'Judo for the World' dedicato all'eccezionale lavoro che svolge da più di 40 anni nel quartiere di Scampia. Nel cuore di uno degli ambienti socialmente più disagiati, ha creato le condizioni che permettessero alla “sua gente”, come la chiama lui, di trovare le risorse per districarsi dalla violenza e dalla droga, due flagelli endemici di Scampia.
Ad Olbia, Gianni fa parte dello staff tecnico della squadra italiana e accompagna, tra gli altri, quattro atleti che provengono direttamente dal suo lavoro nel club: Antonietta Palumbo, Assunta Scutto, Martina Esposito e Bright Maddaloni. Sarà quindi anche padre, dal momento che anche suo figlio adottivo, Bright, è in gara.
“Sarò sulla sedia del Coach per supportare Bright. Non c'è altro posto per me. Gli ho detto cosa fare, quali tattiche usare. Se seguirà il mio consiglio alla lettera, vinceremo. Altrimenti perderemo, insieme”, dice Gianni. In poche parole, ecco un riassunto dello spirito dell’uomo. È in totale simbiosi con il suo judoka. Se vincono, vince lui, se perdono, perde anche lui. Molto semplice.
Nel 2000, insieme al figlio maggiore Pino, sono diventati campioni olimpici a Sydney, “A Sydney Pino ha seguito esattamente la tattica di cui parlavamo ed è tornato dall'Australia con la medaglia d'oro. Non è colpa solo dell'atleta se le cose vanno male. È un lavoro di squadra. Vinciamo insieme e perdiamo insieme. A Sydney abbiamo vinto e spero che vinceremo anche ad Olbia”.
Il primo giorno di gara ad Olbia, Gianni ha già vinto con una delle sue pupille, Assunta Scutto e senza alcuna ostentazione, ne è molto orgoglioso. “Tre dei miei atleti ora hanno un contratto con l'Esercito, che permette loro di vivere decentemente e di avere autonomia finanziaria. La cosa più importante sono i valori che hanno imparato da me. Assunta lo ha tradotto perfettamente sul tatami. È bellissimo. Sono semplicemente un uomo felice”.
Per capire l'animo di Gianni bisogna capire anche da dove viene: «Ho dedicato la mia vita al judo perché sono convinto che lo sport possa e debba avere un ruolo nella società, soprattutto quando si stanno perdendo questi valori. Grazie allo sport, possiamo offrire opportunità a tante persone. Spesso durante la mia carriera mi è stato chiesto di assumere incarichi a livello nazionale o addirittura internazionale, ma ho sempre rifiutato perché la mia gente a Scampia ha bisogno di me e io ho bisogno di loro. La mia gente è più importante. Quando è morto mio padre, ho preso il suo posto. Quando mio fratello è morto in prigione, sapevo che dovevo fare qualcosa per aiutare tutte queste famiglie sofferenti”.
Da 41 anni Gianni mette tutte le sue energie nel trasmettere i valori appresi praticando il judo al servizio di chi è in difficoltà. Nella sua palestra, situata nel cuore di Scampia e costruita intorno al dojo, ha già accolto diverse centinaia di ex detenuti e un numero incalcolabile di persone con disabilità. Per loro l'accesso a tutte le attività è gratuito. Recentemente ha anche lanciato un programma per i pensionati in modo che possano rimanere attivi attraverso lo sport. Anche in questo caso tutto è gratuito.
“Marius Vizer mi ha aiutato enormemente. Condividiamo la stessa visione del mondo. Quello che ho imparato da lui mi ha incoraggiato a fare a livello locale ciò che lui fa a livello globale con i programmi Judo for Peace o Judo for Children”.
Gli ultimi mesi sono stati molto duri per Gianni e la sua gente: "Abbiamo sofferto terribilmente il Covid. Per mesi mi è dispiaciuto molto vedere che la mia palestra era vuota. Non c'erano più le risate dei bambini a scaldare l'atmosfera. Abbiamo trovato alternative facilitando le sessioni online ma non era la stessa cosa. Avevamo bisogno di ritrovarci. Con il ritorno a una qualche forma di normalità, ho visto tornare i bambini ed ero infinitamente felice, ma ho anche notato che erano diventati iperattivi ed in alcuni casi con comportamenti vicini all'autismo. Dobbiamo mettere in atto nuove regole, un quadro formativo ed educativo. Il judo può aiutarci perché credo davvero che il judo sia un miracolo”.
Gianni Maddaloni emana una forza incredibile, che trasmette comunque tranquillità. “Penso ancora di poter essere sul tappeto e attivo come lo sono stato per otto anni. Sto gradualmente iniziando a gestire la nuova generazione. Sto trasmettendo le mie conoscenze e idee. Tra otto anni me ne andrò”. Ma tranquillizziamoci, non andrà lontano. “Poi avrei ancora più tempo da dedicare ad aiutare la mia gente. Continuerò a dedicarmi ai bambini e ai poveri. Voglio fornire loro cibo, lavoro, speranza e soprattutto amore”.
La parola è questa: amore! Questo è ciò che Gianni ha dentro di sè. È un amore che ha intenzione di continuare a dare attraverso lo sport ed il judo in particolare. Un amore senza il quale nulla è possibile o più esattamente grazie al quale tutto è possibile.