Terzo posto all’European Open a Tallinn per Daniel Lombardo e Francesca Milani
Tallinn, 10 settembre 2016. Terzo posto di Daniel Lombardo (60) e Francesca Milani (48) a Tallinn nell’European Open con 26 nazioni e 218 atleti. Tre vittorie per Lombardo su Tsirkin (Est), Klimau (Blr) e Wala (Pol), due vittorie per Milani su Morand (Mri) e Kapayeva (Blr), mentre Emanuele Bruno (73) e Anna Righetti (57) si sono fermati al quinto posto. Domenica in gara cinque atleti azzurri, Diego Frustaci (81), Vincenzo D’Arco, Giuliano Loporchio (100), Valeria Ferrari, Melora Rosetta (78).
Dieci a Tallinn per il primo Open post-olimpico, Italia-Croazia di kata a Tarcento
Ostia, 7 settembre 2016. Oltre duecento atleti da 26 nazioni si confrontano sabato 10 e domenica 11 settembre a Tallinn per la prima European Open post-olimpica. Dieci gli atleti italiani in gara, Daniel Lombardo (60), Emanuele Bruno (73), Diego Frustaci (81), Vincenzo D’Arco, Giuliano Loporchio (100), Francesca Milani (48), Anna Righetti, Giulia Caggiano (57), Valeria Ferrari, Melora Rosetta (78). Ancora sabato 10 settembre, ma a Tarcento (palestra del Judo Kuroki), è in programma invece il confronto a squadre di kata fra Croazia e Italia, appuntamento organizzato in preparazione dell’imminente campionato del mondo (Malta, 1-2 ottobre). Due coppie per ciascun kata in gara a Tarcento, per l’Italia: Mauro Collini-Tommaso Rondinini, Matteo Martini–Alberto Gainelli (Nage no kata), Andrea Fregnan–Stefano Moregola, Stefano Proietti-Alessandro Varazi (Katame no kata), Andrea Giani Contini-Giuseppe Distefano, Enrico Tommasi–Giulio Gainelli (Kime no kata), Giovanni Tarabelli–Angelica Tarabelli, Marco Calugi–Martina Calugi (Ju no kata), Marika Sato-Fabio Polo, Marco Dotta-Marco Durigon (Kodokan goshin jutsu). Gli arbitri della gara saranno Giosuè Erissini, Carlo Camparo, Giuliano Casco (Italia), Igor Jankovic e Bradisa Slavic (Croazia), mentre la manifestazione sarà completata da uno stage sul Koshiki no kata in programma domenica (orario 9-12) e diretto da Monika Piredda.
Alla rappresentativa Lazio l’8° Open d’Italia Master a Follonica
Ostia, 5 settembre 2016. La rappresentativa Lazio si è aggiudicata l’8° Open d’Italia Master disputato a Follonica. Alla manifestazione, quarta di cinque prove valide per l’assegnazione del tricolore, hanno partecipato 140 atleti provenienti da tutta Italia. Otto le squadre regionali in gara, con il Lazio che è riuscito ad aggiudicarsi il trofeo lasciandosi alle spalle la Toscana padrona di casa, terza la Lombardia. Tutto rimandato all’ultima prova in programma a Ciserano (8 ottobre) per la classifica del Trofeo Italia per regioni, con la volata fra Lombardia e Toscana in campo maschile, Magini, Tadini e Borgogno in campo femminile. Molto apprezzato anche lo stage guidato da Antonio Ciano che il sabato ha preceduto la gara e ha coinvolto un centinaio di atleti.
Giù il sipario sul 12° Stage FIJLKAM, pronta la squadra per l’EuroJunior a Malaga
Ostia, 2 settembre 2016. Con la partecipazione di 360 atleti di sei nazioni si è concluso oggi a Lignano il 12° Stage Nazionale FIJLKAM. “È stata un’edizione riuscita bene – ha detto il Maestro Nicola Moraci – con la presenza di squadra da Slovenia, Gran Bretagna, Slovacchia, Germania, Austria e l’Italia con la presenza speciale di Odette Giuffrida, argento a Rio, le Fiamme Gialle guidate da Massimo Sulli e Ylenia Scapin e le Fiamme Oro con Luca Poeta, la squadra juniores e molti altri atleti di tutte le classi. Presente allo stage anche il Maestro Capelletti”. A dirigere i lavori sul tatami sono stati il Maestro Nicola Moraci, Roberto Meloni, Sandro Piccirillo e Luigi Guido, che ha detto: “Lo stage è stato di qualità, con una massiccia partecipazione di cadetti, junior e senior, mentre la risposta degli esordienti è stata inferiore alle aspettative e quindi, sarà necessario rivedere il target. Un plauso particolare a Valentina Moscatt e Odette Giuffrida, reduci dalle Olimpiadi hanno onorato lo stage allenandosi con serietà ed intensità. Per quel che mi compete sono soddisfatto del lavoro svolto dalla squadra junior, ha svolto bene l’ultimo lavoro di carico prima degli Europei (Malaga, 16-18 settembre). Sono tutti pronti, la squadra è forte e giovane, ben l’80% sarà junior anche il prossimo anno”. Questa la squadra: Adrasti (44), Fiorini (48), Giorda e Pierucci (52), Cantini (57), Simeoli e Cacchione (63), Prosdocimo (70), Stangherlin (78), Geri (+78), Andrea Carlino (55), Pantano e Manuel Lombardo (60), Giovanni Esposito e Sulli (66), Gismondo (73), Rigano e Parlati Christian (81), Pozzi (100), Moreno (+100). Capo delegazione: Kyoshi Murakami; Tecnici: Luigi Guido, Roberto Meloni; Fisioterapista: Alessandro Valente; Arbitro: Roberta Chyurlia.
European Cup Senior d’argento per Melora Rosetta
Ostia, 28 agosto 2016. Melora Rosetta si è classificata al secondo posto nei 78 kg in occasione dell’European Cup Senior a Saarbrueken. L’atleta dell’Akiyama Settimo ha superato l’olandese Lesterhuis e la francese Garry, prima di cedere il passo in finale a Larissa Groenwold (Olanda). Rosetta ha messo a segno uno yuko di o soto gari a 15” dal termine, ma non è stato sufficiente a rimontare l’o uchi gari (yuko) e l’uchi mata (waza ari) incassati nella parte finale del match. Nono posto invece per Mattia Riva nei 100 kg. I vincitori (day 2). 81: Heijman (Ned); 90: Biesbrouck (Ned); 100: Catharina (Ned); +100: Pfeiffer (Ger); 70: Drysdale Daley (Gbr); 78: Groenwold (Ned); +78: Kara (Tur).
Bronzo a Saarbrueken per Daniel Lombardo in European Cup
Ostia, 27 agosto 2016. Terzo posto nei 60 kg per il torinese Daniel Lombardo che, nell’European Cup a Saarbrueken (279 atleti, 22 nazioni) ha superato nell’ordine Yohan Roussel (Fra), Matthieu Groell (Sui) e, dopo la sconfitta in semifinale con Jorre Verstraeten (Bel), Vincenzo La Manna (Fra). Fra gli altri atleti italiani in gara ha ottenuto il settimo posto Patrizia De Luigi (48), mentre Alessandro Lacalaprice (60), Alessio Bruno (66), Francesca Giorda (52), Cinzia Bonfante (63) sono stati eliminati. Domenica in gara Mattia Riva (100), Melora Rosetta (78). Questi i vincitori. 60: Verstraeten (Bel); 66: Van Gansbeke (Bel); 73: Zingg (Ger); 48: Menz (Ger); 52: Florian (Rou); 57: Stoll (Ger); 63: Reimann (Ger).
Il Presidente Domenico Falcone: “È nata una Squadra! Grazie a tutti”
Ostia, 11 agosto 2016. La Nazionale del Judo è ritornata da Rio con il sorriso felice ed il cuore leggero. Tutti i nostri atleti infatti, hanno messo in mostra una condizione fisica e mentale impeccabile che li ha portati a disputare dei combattimenti straordinari: abbiamo fatto emozionare tutto il mondo! E non sto esagerando, perché ho ricevuto i complimenti sinceri da parte di Marius Vizer, il presidente del judo mondiale e di Thomas Bach, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Il caso o il destino, forse entrambi, hanno fatto che sì che il Presidente Bach abbia presenziato al final block delle gare di judo proprio nella giornata in cui i nostri atleti hanno disputato entrambe le finali olimpiche previste dal programma. Ed è rimasto giustamente colpito ed affascinato da ciò che ha visto, chiedendo di conoscere il nostro Fabio Basile ed esprimendo tutta la sua soddisfazione al Presidente Vizer per l’entusiasmo e la partecipazione percepite nella Carioca Arena 2. In pratica un’approvazione preventiva sul Judo-sport, che il Presidente Vizer non ha nascosto di aver gradito molto. Sono state emozioni queste, condivise con il Presidente del Coni Giovanni Malagò, che hanno reso i risultati ottenuti dai nostri ragazzi ancora più dolci. E non faccio nomi nel ringraziare tutti, perché è proprio a tutti che penso, chi ha gareggiato, i partner, lo staff tecnico, lo staff sanitario, tutte le società sportive che in ogni modo hanno contribuito a costruire e realizzare quest’impresa. Mi sento di dire che è nata una Squadra. Una Squadra costruita anche grazie al supporto ed alla supervisione esperta del Vicepresidente Federale Franco Capelletti ed alla presenza costante del Segretario Generale Massimiliano Benucci. Una Squadra che, proprio grazie alla collaborazione di tutti, è arrivata a Rio in condizioni eccellenti, una Squadra in cui tutte le componenti hanno fatto corpo unico per esprimersi al massimo. Una Squadra che ha saputo trasformare energia e positività in azione efficacissima sul tatami. Ed i risultati sono stati straordinari, la medaglia di Fabio Basile, che è stata la quarta d’oro per il judo italiano, ma anche la duecentesima per il nostro Comitato Olimpico. Un passo per la storia. E poi la medaglia di Odette Giuffrida, anche in questo caso quarta d’argento e, complessivamente, la sedicesima alle Olimpiadi per il judo azzurro. Senza dimenticare la grande prestazione di Matteo Marconcini, arrivato ad un passo dal podio olimpico, ed anche le prove, più sfortunate ma comunque positive, di Gwend, Manzi e Moscatt. Insomma un altro progetto che la FIJLKAM ha portato a compimento. Ottimo lavoro, ragazzi! Ed ora si riparte, in direzione Tokio 2020.
Gli Olimpionici del Judo di rientro al Centro Federale di Ostia
Roma, 11 agosto 2016 - Il volo da Rio de Janeiro è atterrato presto stamane, tanto presto che la squadra olimpica del Judo è arrivata in tempo al Centro Federale di Ostia per essere festeggiata con applausi, baci ed il classico cappuccino e cornetto! Atleti, atlete e staff tecnico/sanitario sono stati accolti con grande gioia ed emozione, anche se Fabio Basile ed Odette Giuffrida (oro nei 66 chilogrammi e argento nei 52) non sono atterrati con gli altri. Il Campione Olimpico ha proseguito il suo viaggio fino in Calabria dove si godrà un periodo di meritate vacanze con la sua fidanzata Sofia Petitto, anche lei judoka e argento mondiale cadetto, mentre Odette è rimasta a Rio in veste di turista.
“Siamo molto felici per questa accoglienza - ha detto il tecnico Dario Romano - così come siamo soddisfatti di come ci siamo comportati in gara. Al di là delle medaglie conquistate - e un oro e un argento, più un quinto posto non sono pochi - tutta la squadra ha dimostrato lucidità, carattere e presenza di spirito. Nessuno ci ha fatto sconti e anche gli incontri più difficili sono stati affrontati con la massima maturità”.
Sorridente anche Edwige Gwend, dopo le lacrime di frustrazione viste in mondovisione al termine dell’incontro con la campionessa slovena Tina Trstenjak: “ci sono rimasta male e sono convinta che non doveva andare così, ma pazienza. So di non essermi risparmiata e, anche se avrebbe potuto esserci un altro finale, dico che va bene così”. Nessun rimpianto nemmeno nelle parole di Matteo Marconcini, reduce da una gara da grande guerriero (oltre 10 minuti effettivi la sua semifinale per il bronzo vinta contro il bulgaro Ivanov al golden score) conclusa con un quinto posto: “ci ho creduto fino alla fine, ma sono arrivato alla finale veramente stanco e ho pagato. Però sono sereno, so di aver fatto un percorso complicato e di aver dato il massimo. Alla fine anche un quinto posto per uno che fino a pochi mesi fa non era nemmeno in corsa per la qualificazione non è male, no?” Sono apparsi emozionati dall’accoglienza anche i più “leggeri” della compagnia, Velentina Moscatt e Elios Manzi: “è stata una grandissima emozione essere salita sul tatami olimpico, già questo è un traguardo importante per un atleta” ha detto Valentina, mentre il riservato Elios sorridendo assicura che “questo è stato per me un inizio, anche se non sono stato fortunato ad incontrare subito il numero uno della classifica mondiale, però non mi sono sentito intimorito. Ora lavorerò per il prossimo appuntamento olimpico”.
“I ragazzi sono stati eccezionali - commenta Ciccio Bianchessi - aver vissuto dall’angolo la gara dei nostri azzurri a Rio è stata un’emozione indescrivibile. Ci si emoziona molto di più come tecnico che come atleta, almeno per me è stato così, perché quando sei atleta sei teso fino al momento prima di salire sul tatami, ma poi quando sei su tutto passa e pensi solo a combattere. Come tecnico no, l’emozione e l’ansia non ti abbandonano mai, anche se devi essere bravo a controllarti per comunicare all’atleta in modo positivo”.
Abbracci e sorrisi anche per i partner degli Azzurri a Rio: Monica Iacorossi, Maria Centracchio, Valeria Ferrari, Carmine Di Loreto, Antonio Esposito e Salvatore Mingoia. “Vivere l’Olimpiade da partner è comunque una cosa grande - racconta Antonio Esposito, sparring e migliore amico di Fabio Basile - conosco Fabio da anni e da sempre siamo grandissimi amici. Sapevo che avrebbe portato a casa una medaglia, ma il suo oro ha sorpreso anche me come tutti gli altri. E’ stato perfetto, lucido e sicuro. E’ un vero campione e io sono molto orgoglioso di lui. Mi sono emozionato molto più per la sua medaglia che per il mio oro mondiale juniores!”.
Festa grande anche per il DT Kyoshi Murakami che non nasconde il suo orgoglio nel raccontare come il rispetto dell’ambiente judoistico internazionale nei confronti dell’Italia sia cambiato dopo la prestazione olimpica dei nostri Azzurri e delle nostre Azzurre: “abbiamo ricevuto tanti complimenti da grandi personalità del nostro ambiente per come i nostri si sono comportati in gara. Il Presidente della IJF, Marius Vizer, mi ha abbracciato con le lacrime agli occhi per l’emozione. Cosa dire, sono orgoglioso di tutti loro, faremo grandi cose ancora”.
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Quinto posto di Matteo Marconcini, ma la favola è ugualmente a lieto fine
Ostia, 9 agosto 2016. La favola di Matteo Marconcini ha solo cambiato il lieto fine. Il quinto posto conquistato alle Olimpiadi a Rio dal 26enne di Arezzo, è in ogni caso un lieto fine. Comprensibili le sue parole al termine della finale con il moldavo che rappresenta gli Emirati Arabi Sergiu Toma: “Provo un grande rammarico – ha detto – ho pagato caro l’incontro precedente con Ivanov (finito al golden score e durato 8’17”, ndr), ma devo considerare anche che fino ad aprile scorso ero fuori dalle Olimpiadi”. E non solo, perché fino a febbraio Matteo non era nemmeno entrato in corsa per la qualificazione, che poi ha ottenuto con quattro medaglie in quattro gare. Una gara straordinaria, con sei dure battaglie non ha portato quella medaglia di bronzo che avrebbe reso la favola perfetta, ma quattro vittorie ottenute sul filippino Nakano, il belga Bottieau, il moldavo Duminica, il bulgaro Ivanov, ben raccontano di quale pasta sia fatto questo grande gladiatore, che si è battuto alla grande anche con l’imperatore (oggi decaduto) Tchirikishvili e poi, nell’ultima sfida, con Sergiu Toma. Il moldavo (con passaporto UAE) ha profittato della stanchezza dell’azzurro, già manifestata poco prima con un attacco di uchi mata con la testa a terra, azione molto a rischio. Rimane anche il rammarico di Edwige Gwend: “Mi sentivo davvero bene. Oggi avevo sensazioni positive e con la slovena ho gareggiato ad armi pari. Secondo me e secondo tanti altri atleti e tecnici ci doveva essere la squalifica per lei, così come era avvenuto nei 52 kg ai danni della francese Gneto, perché c’era una presa alle gambe. Ma accetto il verdetto anche se sono molto amareggiata in questo momento”. Per il team azzurro del judo, che domani riparte per l’Italia, si è conclusa un’Olimpiade eccezionale che ha visto tre dei suoi atleti disputare una finale olimpica per conquistare un oro con Fabio Basile, un argento con Odette Giuffrida ed un quinto posto con Matteo Marconcini, seconda migliore prestazione di sempre alle Olimpiadi dopo le 4 medaglie a Sydney 2000 e prima di Atlanta 1996, anche là due medaglie, ma un argento (Giovinazzo) ed un bronzo (Scapin), poi in tutte le altre edizioni a partire dal 1976 almeno un atleta è sempre salito sul podio (considerando il bronzo di Giungi nel 1988 a Seul, dove il judo femminile era presente come sport dimostrativo). A Rio hanno gareggiato anche Valentina Moscatt, Elios Manzi e la già citata Edwige Gwend, che hanno dimostrato sul tatami della Carioca Arena 2 il grande valore di una squadra ricca di risorse che ha coronato con successo il Progetto Rio 2016 e, dopo un po’ di meritato riposo, potrà dedicarsi ora a quello che guarda a Tokio 2020.
Gwend e Marconcini cedono solo ai leader mondiali, recuperi alle 20.30 per Matteo
Ostia, 9 agosto 2016. È un’altra giornata da sogno quella che ci stanno facendo vivere gli azzurri del judo. Quarta giornata di gare a Rio de Janeiro, in gara le categorie medie, 63 kg femminili con Edwige Gwend, 81 kg maschili con Matteo Marconcini, chiamato a disputare proprio il match di apertura con il filippino Nakano. L’azzurro si muove sicuro, una breve fase di studio per mettere a fuoco la situazione e dopo un minuto, poco più, si lavora a terra Nakano fino a blindarlo con tate shiho gatame. Giusto in tempo per volgere lo sguardo sull’altro tatami, dove Edwige Gwend affronta la svedese Hermansson. Edwige parte subito con un o uchi gari: yuko! E questo è soltanto il ‘buongiorno’, perché due minuti più tardi il match si chiude con un seoi nage che sorprende completamente la svedese, cade dalla parte opposta: ippon! Tocca nuovamente a Matteo Marconcini, secondo turno con il tostissimo Bottieau, n. 7 nel ranking, ma il forte aretino non è da meno e lo dimostra sul tatami anticipando ogni intenzione del belga. Alla fine si arriva con il tabellone senza punteggi e Bottieau paga pegno per l’unica penalità assegnata, a lui per passività. Gran bel match. Siamo quindi agli ottavi nei 63 kg, ecco il match clou per Edwige con Tina Trstenjak, la slovena che domina il ranking mondiale ormai da qualche anno. Entrambe si conoscono alla perfezione, cinque i precedenti, tutti a favore di Trstenjak, ma Gwend dimostra di non tenerne conto e ribatte colpo su colpo, anche se la prevalenza della slovena è dettata da due sanzioni all’azzurra. Manca una manciata di secondi quando Trstenjak scende in ginocchio, Gwend schiaccia e avanza. Il braccio sinistro della slovena tocca la gamba dell’azzurra. Braccio che spinge o gamba che avanza? Passa la seconda ipotesi e Gwend è fuori, mentre la slovena prosegue la sua corsa ed è in semifinale. Come a Londra, Gwend perse al secondo turno con la cinese Xu Lili, che poi arrivò in fondo, seconda. Ma è già il turno di Matteo Marconcini, chiamato a disputare l’ottavo di finale con il moldavo Duminica. Matteo ha una marcia in più e dopo un paio di sanzioni, una ciascuno, parte un seoi nage dell’azzurro: waza ari. Si va avanti senza preoccupazioni, ma ad una manciata di secondi dal termine arriva la doccia fredda, sumi gaeshi del moldavo: waza ari. Si va al golden score, dove l’azzurro sfodera il guizzo giusto, yoko tomoe nage: ippon! E si va ai quarti con sua maestà Tchirikishvili. È una battaglia, il georgiano prevale, ma l’azzurro non si inchina all’imperatore e combatte fino la fine. Sul tabellone yuko e waza ari indicano la vittoria di Tchirikishvili, e Matteo si prepara per il recupero che lo vedrà impegnato alle 20.30 con il bulgaro Ivaylo Ivanov, numero 4 del ranking, classe 1994 come Basile e Giuffrida.