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Ciro Russo: pedalando contro il cancro. La partenza

  • 2020
  • Ciro Russo
  • #pedalandocontroilcancro

Roma, 15 giugno 2020 – Il viaggio di Ciro è finalmente iniziato. Venerdì mattina, di buonissima ora, carico di bagagli, volontà e soprattutto tanta motivazione, l’avventura ha cominciato a prender forma. Ciro Russo è un lottatore della nazionale italiana, lo sapete, e in questo momento sta intraprendendo un viaggio in bicicletta da Torino a Roma, passando per la famosa via Francigena, la via dei pellegrini. Ma è un allenamento? Beh, in questo periodo in cui allenarsi in palestra è stato piuttosto difficile, Ciro ci ha raccontato di aver escogitato dei metodi alternativi: “Avevo fatto solo due settimane di allenamento con la bici, quindi non sono ancora molto abituato”. Ma più che altro, questo viaggio è una campagna di raccolta fondi per qualcosa a cui Ciro è molto legato: la lotta contro il cancro sostenuta dalla Fondazione AIRC. “Le motivazioni sono fortissime”, assicura il lottatore torinese. Sono circa 1000 km in un massimo di 10 giorni, la sfida non è da tutti.

La preparazione alla partenza, come in ogni sfida che si rispetti, non è stata particolarmente tranquilla, soprattutto la sera precedente. “Ero pieno di piccoli affari da sbrigare e tutta una serie di aspetti logistici, tra bagagli e kit di riparazione. Ma soprattutto c’era tutto l’aspetto mentale per cui non mi sentivo veramente pronto, visti i pochi allenamenti precedenti. Non sapevo cosa mi aspettasse, come un lungo viaggio verso l’ignoto. Un conto è leggere una guida, un conto è partire. Allo stesso tempo, c’era tanta positività: con un po’ di tenacia e di grinta ce l’avrei fatta. Tra il positivo e l’agitato, con lo stomaco un po’ sottosopra come prima di un’importante gara di lotta, mi sono messo a letto alle 23:30, ma prima delle 2:00 non ho chiuso occhio”.

Poche ore più tardi, il suono della sveglia impostata alle 5:45 richiamava Ciro all’ordine ed il viaggio cominciava davvero. Colazione, cambio, e via a piazza Vittorio (Torino) con tutta la positività possibile, anche perché il cielo smentiva le previsioni del giorno prima: “Era il primo buon segno. Durante la notte, la pioggia era scesa incessante ma poi, al momento della partenza, aveva smesso”.

Ancora un po’ in subbuglio per via dell’emozione, non restava che mettersi sotto e iniziare a pedalare. “E lì è partito il viaggio”.

La prima fermata è stata a Chivasso, dove poter ritirare le credenziali del pellegrino registrando le tappe che vengono fatte. “Serve come testimonianza e per ritirare poi un documento a Roma, in piazza San Pietro, che attesti la fine del pellegrinaggio. Inoltre dà accesso a sconti lungo il tragitto. Il signore incontrato a Chivasso mi ha dato subito la prima dritta fondamentale: ‘Guarda che ha piovuto tutta la notte, mi raccomando di non prendere la Francigena fino a Vercelli o rimani impantanato di certo, prendi l’asfaltata’. Non me lo sono fatto ripetere e ho seguito i suoi consigli.”

Pedala e pedala, nel primo giorno il nostro Ciro ha attraversato gran parte del Piemonte. Da Torino fino a Casale Moferrato solcando le statali, a Mortara ha finalmente preso la via Francigena che, scavalcando il primo confine della Lombardia, lo ha portato a destinazione: Garlasco. “Il tempo è stato bellissimo, senza neanche una goccia di pioggia, e un panorama molto particolare. Nel Vercellese soprattutto, mi sono imbattuto in moltissime risaie che mi regalavano questo forte odore salmastro, come di alga di mare, e sono stato accompagnato da tanti aironi che insieme a me solcavano le strade e i campi piemontesi.”

Ancor prima di arrivare a Garlasco, il primo traguardo è stato raggiunto: cifra 100. “Era un po’ il momento clou. Durante i miei allenamenti sono arrivato al massimo a una settantina di km, e arrivare a 100 km il primo giorno è stata di certo una grande emozione.”

A Garlasco, Ciro si è rifugiato in un B&B per il meritatissimo riposo dopo il primo grande scoglio. “Signori gentilissimi che hanno accettato di farmi fare colazione molto presto. Ho lavato i vestiti e ho mangiato in un ristorantino lì vicino. Un pochino gourmet, a dire il vero, non è un difetto in sé, ma io avevo bisogno di mangiare molto di più. Stavolta, rilassato, stanco e davvero soddisfatto, non ho avuto alcun problema ad addormentarmi e le mie otto ore di sonno non me le avrebbe potute togliere nessuno”.

Sabato mattina, di nuovo di buonissima ora, colazione fatta e bagagli in sella, la seconda tappa ha preso il via. Attraversando una parte di Lombardia e costeggiando il fiume Po, pronto a scavalcare il confine dell’Emilia Romagna, il meteo, di nuovo al contrario delle previsioni, offriva al nostro avventuriero quel bel sole che riscalda l’anima. “È stata una tappa bellissima, mi ha permesso di vedere Pavia e Piacenza per la prima volta, passando proprio al centro. È stato fantastico il tratto in cui la ciclabile sopraelevata ti fa costeggiare il fiume Ticino, nei pressi di Pavia”. Sì, una tappa bellissima, ma come ogni bellezza con un imprevisto dietro l'angolo: "Poco dopo Pavia, in uno sterrato, ho bucato la gomma posteriore. Ho dovuto sostituire la camera d'aria e, vi assicuro, sotto al sole non è esattamente piacevole. Fortunatamente avevo la scorta ed ora dovrò far riparare questa, in modo da non rimanere scoperto.".

Anche stavolta, sono stati circa 130 km in pianura, senza rilievi. “Sì, li ho affrontati abbastanza bene, anche se negli ultimi 15 km ho accusato un po’ di stanchezza. Non tanto sulle gambe, quanto più in generale. Mi sentivo fiacco”. Ma chiaramente Ciro ce l’ha fatta e a sera, come nelle previsioni, è approdato a Fiorenzuola d’Arda dove un’altra notte di meritato riposo lo aspettava. “Di questa tappa, la parte più complicata è stata quella dello sterrato. Mi ero allenato soltanto sull’asfalto prima d’ora e non immaginavo fosse una tale rogna. La giornata di sole è stata fantastica e la pianura, beh, è sempre un piacere”.

Di domenica mattina, non si riposa affatto, ma di buonissima ora ancora una volta, è arrivato il momento di ripartire. Un percorso, in questa terza tappa, che fa paura. Cominciano le salite, quelle toste davvero, e cominciano gli imprevisti. Dovevano essere 90 km, da Fiorenzuola d’Arda a Berceto, ma sono diventati 113, con un dislivello totale di 2197 metri. “Ho chiamato tutti gli ostelli di Berceto, ma non c’era nulla, neanche gli hotel mi rispondevano. Di dormire lì non se ne parlava neanche. Ho dovuto allungare fino a Pontremoli, in Toscana. È stata sicuramente una delle tappe più difficili”.  

Dopo un dolce inizio di 25 km si è fermato a Fidenza per prendere un bel caffè con una cara amica. Ma, come si dice, non è che il preludio alle immense fatiche che di lì a poco lo avrebbero messo a dura prova. “A Fidenza è iniziata una lenta ma costante salita, la prima del viaggio, che mi ha portato fino al Passo della Cisa, un punto simbolico perché è il più alto di tutto il percorso, a 1041 metri. Nel complesso, è inutile nasconderlo, è stata molto dura. Ora che sono a Pontremoli, però, sono davvero soddisfatto”. Le difficoltà non si sono fermate alle salite, “Le prime della mia vita con 260 km già sulle gambe”, ma anche il sole ci ha messo del suo: “Un sole a dir poco cocente che, infatti, mi bruciato le braccia. Inoltre, mi ha fatto sudare tantissimo e la disponibilità di acqua è poca perché la trovo solo nei centri abitati e il rifornimento che posso fare non va oltre il litro mezzo, per questioni di peso e di spazio. Il dosaggio dell’acqua significa patire un pochino, ma poi, quando si arriva in cima, si dimentica tutto. Posso dirlo: da lottatore, ho combattuto col Passo della Cisa e ho vinto!”.

Dopodiché, una lunga discesa ha accompagnato Ciro verso Pontremoli. La fatica è tanta, la sfida è ardua, ma Ciro resta sempre sorridente e positivo. È la sua attitudine, sicuramente, ma è anche la missione a metterlo di buon umore. Non lo fa per sé, non lo fa per vezzo, lo fa per gli altri e per chi ha bisogno. La campagna di raccolta fondi sta andando bene e per questo il nostro lottatore dimostra tutta la sua gratitudine a chi sta sostenendo la sua causa. Ma non fermiamoci, continuiamo a donare, mentre Ciro Russo ci porta a spasso per l’Italia in questa avventura che, sullo sfondo di panorami mozzafiato, unisce lo sforzo fisico, la volontà e la determinazione alla solidarietà e l’attenzione per gli altri. Come ci insegnano, in realtà da sempre, i nostri amati sport.

Lunedì mattina si riparte con un’altra lunga tappa da Pontremoli a Massa, “dove finalmente vedrò il mare!”

L’appuntamento con il diario di viaggio di Ciro Russo è tutti i giorni sulle sue pagine social (FB e Instagram) attraverso dirette, foto e video, e qui sul sito Fijlkam, con i racconti e le testimonianze scritte. Ma se davvero vogliamo accompagnare Ciro nel suo viaggio, non ci resta che sostenere la sua causa e donare quel che si può per la lotta contro il cancro, cliccando qui. 

Lutto nel mondo della Lotta: è morto Tzeno Tzenov, Vicepresidente UWW

  • Matteo Pellicone
  • UWW
  • Tzeno Tzenov
  • FILA

Roma, 3 giugno – E’ scomparso all’età di 80 anni Tzeno Tzenov, Vicepresidente della Federazione mondiale di lotta (UWW) e Presidente del Federazione Europea.
Grande amico personale del compianto Presidente Matteo Pellicone con il quale ha condiviso lunghi anni alla Vicepresidenza prima nella FILA, poi nell’UWW, Tzenov ha vissuto appieno il mondo della lotta mondiale partecipando attivamente alla sua evoluzione.
Uomo di grande cultura, si era laureato in storia all’Università di Sofia e aveva un Master in Archeologia. Ma la sua vita è sempre stata illuminata dalla passione per lo Sport e per la lotta olimpica, tanto che dal 1980 ha rivestito prima il ruolo di segretario generale, poi quello di Presidente della federazione Bulgara di lotta. Ha avuto anche un importante ruolo come membro del Comitato Olimpico Bulgaro fino al 1992.
Ma la sua attività abbracciava varia ambiti, infatti è stato anche direttore esecutivo della Fondazione di beneficenza "Sport bulgaro" fin dal 2004.
“Come dirigente di lunga data nello sport e come storico, Tzenov aveva una grande conoscenza della cultura e del patrimonio della Lotta, in particolare nel contesto europeo - ha dichiarato il Presidente della UWW Nenad Lalovic – grazie alla sua cultura ed alla sua esperienza dello sport in Bulgaria e anche nella Federazione Mondiale, ha avuto un ruolo fondamentale nel condurre il mondo della Lotta verso la modernità, salvaguardane al contempo i valori fondamentali. E’ una grave perdita per tutta la nostra comunità”.

Lottatori dal mondo. Parte 2: i top russi in attività

  • UWW
  • 2020
  • Lottatori dal mondo

Roma, 1 giugno 2020 – Continuiamo questa rubrica seguendo i video pubblicati dalla UWW per raccontare e conoscere i lottatori più forti al mondo. L’ultima volta abbiamo parlato dei lottatori americani in attività, questa volta parleremo dei russi che, forse ancor di più, i nostri azzurri dovranno tenere d’occhio e studiare in vista di Tokyo 2021.

Nessun paese, nel passato, ha dominato l’orizzonte della lotta come la Russia. E la Federazione russa non sembra avere alcuna intenzione di rallentare il suo cammino che anche negli anni più recenti ha conquistato risultati strabilianti.

Ma quali sono gli atleti che gli permetteranno di mantenere standard tanto alti? Anche in questo caso, la UWW ha preparato un servizio che ci mostra i cinque migliori lottatori russi in attività. Andiamoli a scoprire da vicino.

Al quinto posto, Musa Evloev (97kg GR). Ventisette anni appena compiuti, il grecoromanista russo non perde un incontro da due anni. Ha vinto l’oro agli ultimi due Campionati del Mondo di Budapest (2018) e Nur-Sultan (2019), migliorando così l’argento del 2017 a Parigi, oltre alla medaglia d’oro agli Europei di Bucarest del 2019, dove si è imposto di misura sul nostro Daigoro Timoncini (poi bronzo europeo) in semifinale. Con ben 60 punti, Evloev guida la classifica mondiale nella stessa categoria del nostro Nikoloz Kakhelashvili, attualmente in quinta posizione con 32 punti. Evloev purtroppo non ha partecipato agli Europei di Roma, dove le sfide con il nostro Nikoloz e con il fortissimo armeno Artur Aleksanyan sarebbero state di livello altissimo.

Al quarto posto, Zaurbek Sidakov, il liberista dei 74 kg. Nella stessa categoria di leggende come il nostro Frank Chamizo e il grande Jordan Burroughs, il giovane 26enne russo è l’unico a tenergli testa. Non a caso, è il Campione del Mondo in carica, al suo secondo oro iridato consecutivo. A Budapest, nel 2018, batteva proprio Chamizo in semifinale, prima di aggiudicarsi l’oro; e anche a Nur-Sultan, nel 2019, ha avuto la meglio sull’azzurro in finale. Ma al comando della classifica mondiale c’è ancora Frank, mentre Sidakov si posiziona subito sotto, in seconda posizione.

In terza posizione incontriamo la lottatrice ventinovenne Natalia Vorobieva che dal 2012 al 2016 ha vinto praticamente tutto oscillando fra la categoria dei 68kg e quella dei 72kg. Oro olimpico (72kg) a Londra nel 2012, si conferma negli anni successivi con un argento, un bronzo e un oro ai Campionati del Mondo del 2013, 2014 e 2015, e con gli ori europei del 2013 e 2014, fino all’argento delle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016, nella nuova categoria dei 68kg. Ma non finisce qui perché la campionessa russa, tornata ai 72kg, si aggiudica anche l’oro iridato a Nur Sultan nel 2019 e l’oro europeo di Roma 2020. A oggi è prima nel Ranking Mondiale nella stessa categoria di peso della nostra Enrica Rinaldi, attualmente in ottava posizione.   

Il numero due dei lottatori russi è Roman Vlasov, grecoromanista attualmente nei 77kg, che ha dominato la scena mondiale soprattutto fra il 2011 e il 2016, vincendo di tutto. Due ori olimpici consecutivi, Londra 2012 e Rio 2016, due ori ai Mondiali, Istanbul 2011 e Las Vegas 2015, e ben quattro ori europei, Belgrado 2012, Tbilisi 2013, Kaspiysk 2018 e Bucarest 2019. Il trentenne della Greco Romana si trova attualmente in 16esima posizione del Ranking Mondiale ed insegue il record del terzo oro olimpico in Giappone.

Chiudiamo con il numero uno: Abdulrashid Sadulaev. A soli 24 anni, il “tank russo”, è già il numero uno assoluto nei 97kg di lotta libera, stessa categoria del fenomeno statunitense Kyle Snyder e del nostro Abraham Conyedo Ruano. Il suo palmarès parla da solo: oro mondiale nel 2014, 2015, 2018 e 2019; oro agli European Championships del 2014, 2018, 2019 e 2020; oro agli European Games di Baku 2015 e di Minsk 2019; nonché oro olimpico ai Giochi di Rio 2016 nella categoria di peso degli 86kg.

Impressionante anche a vista d’occhio, un palmarès che presenta quasi soltanto medaglie d’oro, con l’eccezione di un argento. A Campionati del Mondo di Parigi, nel 2017, Sadulaev, appena passato alla categoria dei 97kg, viene infatti fermato in finale dal leggendario Kyle Snyder. Si prenderà però la sua rivincita già l’anno successivo, sempre in finale mondiale a Budapest.

Insomma, con questi atleti come fiore all’occhiello, la Russia potrà mantenere con ogni probabilità gli standard vincenti del passato più remoto e di quello più recente.

Il nostro compito è allora di studiarli il più attentamente possibile per arrivare ben preparati ai prossimi incontri e, soprattutto, ai Giochi di Tokyo del 2021.   

Lottatori dal mondo. Parte 1: i top USA in attività

  • UWW
  • Lotta libera
  • lotta femminile
  • 2020

Roma, 27 maggio 2020 – Cominciamo questa rubrica seguendo gli articoli pubblicati dalla UWW per raccontare e conoscere i lottatori più forti al mondo.

Sappiamo che i nostri atleti, oltre ad allenarsi per perfezionare la propria tecnica e la propria tenuta fisica, studiano molto attentamente gli avversari, in particolare i più pericolosi.

Fra gli avversari più tosti ci sono senza dubbio gli Statunitensi. La squadra di lotta libera americana nel 2017 a Parigi durante i Campionati del Mondo ha portato a casa sei medaglie, fra cui due ori. Nel 2018 a Budapest altre sette medaglie, fra cui ben tre ori, e l’anno successivo a Nur-Sultan altre quattro medaglie con altri due ori.

La squadra femminile non è stata da meno in questi anni. A Nur-Sultan si è classificata terza nella classifica delle squadre, portando a casa ben tre ori, a Budapest di nuovo terza come squadra, con quattro medaglie di cui un oro e infine a Parigi dove la squadra si è classificata seconda. 

La UWW ha stilato una lista dei migliori cinque atleti statunitensi in attività, tra lotta libera e lotta femminile. 

Al quinto posto troviamo Tamyra Mensah (68kg). La ventisettenne è stata incoronata lottatrice dell'anno 2019 della United World Wrestling Women. Ha concluso il 2019 con un record di imbattibilità, grazie al titolo mondiale conquistato contro la medaglia olimpica Jenny Fransson (Svezia), dominando tra l’altro anche la campionessa olimpica 2016 Sara Dosho (Giappone). Già medaglia di bronzo mondiale nel 2018, è diventata la prima lottatrice statunitense a vincere l'Ivan Yarygin per tre anni consecutivi. Mensah è attualmente classificata al primo posto nel mondo, nella stessa categoria di peso della nostra Dalma Caneva, e ha bloccato un posto per le Olimpiadi di Tokyo.

Al quarto posto, J'den Cox (92kg) si è affermato come uno dei migliori liberisti al mondo da quando è entrato nella scena mondiale nel 2016. Ha vinto una medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 2016 a Rio e una medaglia di bronzo nel 2017 negli 86 kg, prima di vincere due titoli mondiali, nel 2018 e nel 2019, nei 92 kg. È stato imbattuto nel 2019 e si è imposto con grandissimi risultati ai Campionati del mondo 2019 a Nur-Sultan, in Kazakistan. 

Al terzo posto, Adeline Gray (76kg) nel 2019 ha conquistato il suo quinto titolo mondiale, diventando la prima americana cinque volte campione del mondo. Adeline Grey ha vinto la medaglia d'oro ai campionati del mondo ciascuna delle ultime quattro volte in cui ha partecipato all'evento. La sua ultima sconfitta in un campionato del mondo risale al 2013, quando ha vinto la medaglia di bronzo, come già nel 2011. Gray è attualmente classificata al primo posto della classifica mondiale, nella stessa categoria di peso della nostra Eleni Pjollaj. 

In seconda posizione, Kyle Snyder (97kg), soprannominato “Captain America”, è diventato il più giovane campione mondiale di wrestling degli Stati Uniti con il titolo del 2015. L'anno successivo, Snyder ha vinto l'oro alle Olimpiadi di Rio, diventando il più giovane campione di wrestling olimpico americano. Nel 2017, ha vinto il titolo mondiale sconfiggendo Abdulrashid Sadulaev (Russia) in una battaglia fra numeri uno. L'anno successivo, Snyder e Sadulaev si sono incontrati di nuovo per il titolo mondiale a Budapest, in Ungheria, lasciando questa volta l’americano con la medaglia d'argento. Nel 2019, Snyder ha ottenuto la sua quarta medaglia mondiale, vincendo il bronzo a Nur-Sultan. Attualmente è al secondo posto nella classifica mondiale con 57 punti, nella stessa categoria del nostro Abraham Conyedo Ruano. 

Infine, Jordan Burroughs (74kg) è stato un modello di coerenza ed eccellenza da quando ha conquistato il suo primo titolo mondiale nel 2011, prima di diventare campione olimpico l'anno successivo alle Olimpiadi di Londra 2012. Da allora Burroughs ha aggiunto gli ori mondiali del 2013, 2015 e 2017, insieme ai bronzi mondiali del 2014, 2018 e 2019. Burroughs è attualmente al quarto posto nella classifica mondiale con 43 punti, nella categoria di peso attualmente dominata dal nostro Frank Chamizo con 62 punti.

Burroughs e Chamizo si sono trovati l’uno di fronte all’altro in diverse occasioni da quando l’italiano è passato alla categoria dei 74kg. Il primo incontro è avvenuto a New York, nel maggio 2018, durante il torneo Beat the Streets, dove è stato l’americano a imporsi. Nel luglio subito successivo, una nuova sfida fra i due campioni è terminata con la vittoria dell’italiano, medaglia d’oro al torneo Yasar Dogu di Istanbul. Anche questo un incontro all’ultimo respiro, conclusosi 8-8. Ai Campionati Mondiali di Budapest, nel 2018, hanno invece lottato per la conquista della medaglia di bronzo, come detto vinta dall’americano dopo un tiratissimo 4-4. Nel 2019, ha vinto un incontro Burroughs agli ottavi di finale della Ranking Series di Dan Kolov (Bulgaria) ed è saltata la finale di Yasar Dogu per un risentimento al polpaccio di Frank. Ma la sfida non è finita qui, questo è certo! 

Questi, dunque, i cinque migliori lottatori statunitensi in attività secondo la UWW. 

I nostri lottatori, in vista dei Giochi di Tokyo e dei tornei di qualificazione diretta, li studieranno molto attentamente.

Lotta: il gioco online che sfida i fan

  • UWW
  • 2020
  • scoring situations

Roma, 11 maggio 2020 – Appassionati di Lotta, la sfida è aperta! Conosci le regole della Lotta? Credi di poter chiamare l’azione sulla materassina tanto accuratamente quanto i migliori arbitri al mondo?

Ora puoi testare la tua conoscenza in materia.

Il dipartimento Referee and Development della UWW, in collaborazione con il team di Comunicazione, ha creato infatti un esercizio divertente e interattivo, "UWW #1 – Scoring Situations" su Kahoot, una simulazione arbitrale online, la prima per questo genere di sport.

Il gioco è molto semplice. Si tratta di una serie di 20 azioni prese da filmati di incontri della UWW e si chiede ai fan di segnare i punti così come è stato fatto dagli arbitri in diretta.

Un’occasione per gli appassionati di lotta per guardare le azioni dal punto di vista degli arbitri. E un’occasione, per questi ultimi, per mantenersi allenati e apprendere ancor di più.

Un gioco, dunque, che si trasforma in una competizione, poiché vengono registrati i punteggi dei giocatori in tempo reale e messi in paragone con quelli degli altri partecipanti.

Come ha detto il Presidente della UWW Nenad Lalovic, questa è “un’attività divertente e istruttiva”, utile soprattutto in questo momento di crisi. Ci saranno domande di base, ma anche qualche difficoltà in più per testare davvero fino a che punto si conosce questo sport.

Il gioco è aperto per i primi 1000 partecipanti che si iscriveranno sulla piattaforma.

 

Tratto da www.unitedworldwrestling.org

L’eclettico Maestro Sergio Stanzani e la breve storia del Club Atletico Bologna

Roma, 9 maggio 2020 - Il Comunicato stampa del CAB ci offre l'opportunità di ricordare, in breve, la storia della lotta a Bologna. Il sodalizio fu fondato nel 1948 e nello stesso anno fu ben rappresentato ai Giochi di Londra dove, nelle Olimpiadi che videro il trionfo del grande Pietro Lombardi, il suo tesserato Guido Fantoni (professione birocciaio) vinse il bronzo nella categoria Open della greco-romana, risultato che replicò nei Campionati Mondiali del 1953 a Napoli dopo aver vinto nel 1951 il titolo nella prima edizione dei Giochi del Mediterraneo.
Il Club Atletico Bologna 1948 continuava la grande tradizione della Lotta nella città felsinea che nella prima metà del secolo scorso si poteva considerare la capitale mondiale della greco romana. Soprattutto per le imprese dei "Tre Moschettieri" Federico Malossi, Mario Gruppioni e Aleardo Donati. Quando si esibivano loro il Teatro Duse registrava il tutto esaurito.
Questa e tante altre, talora incredibili, storie sono reperibili sul sito del CAB ottimamente aggiornato da Claudio Evangelisti. Leggetelo e magari scoprirete che il Terribile Malossi era il cocco di Giosuè Carducci che da bambino lo teneva in braccio... (di v.l.)

La scomparsa del Maestro di lotta Sergio Stanzani è una grave perdita per il mondo sportivo bolognese e non solo.
Indubbiamente un personaggio eclettico, figlio del suo tempo e che divise il palco del teatro con il tappeto della lotta, la corsa e il ciclismo. Artigiano della meccanica, oltre alla grande passione per lo sport, faceva parte della compagnia teatrale del Sole insieme al “cinno” Lucio Dalla.

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A sx Sergio Stanzani al centro un giovanissimo Lucio DallaIl figlio Roberto, anche lui eccellente lottatore e podista, ricorda quando il babbo Sergio si fidanzò ufficialmente a casa di Lucio Dalla e dove baciò per la prima volta quella che diventò la sua futura moglie con la complicità del produttore della compagnia, Bruno Dellos. Stanzani aveva iniziato l’attività sportiva giovanissimo con il ciclismo, dove aveva vinto alcune gare nel Gruppo Ciclistico Tranvieri, poi nel 1961 a 29 anni, la scintilla per la lotta greco romana nelle file del glorioso Club Atletico Bologna. Anche se in età avanzata, sotto la guida del mitico allenatore Federico Malossi, riuscì ad aggiudicarsi il titolo regionale assoluto concludendo l’attività agonistica nel 1967. La passione per la lotta lo porta a diventare allenatore nel 1971 . Nel 1975 consegue il brevetto di istruttore e nel 1991 è il maestro di lotta del C.A.B. Nel frattempo si dedica con eccellente profitto nel podismo, tanto che nel 1972 con la società sportiva Acquadela, vince la Bologna-Firenze. Dal 1988 al 2006 è stato il responsabile della sezione lotta sempre con il suo Club Atletico Bologna, e la federazione lo nomina maestro benemerito nel 2005. Non può mancare il giusto riconoscimento da parte del CONI che nel 2003 gli consegna la targa intitolata “Una vita per lo sport”. Il presidente del CAB Paolo Landuzzi, tutto il CAB e il mondo della lotta federale lo salutano con tanto affetto, un grande bolognese.

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Club Atletico Bologna al centro Sergio Stanzani e a ds il figlio Roberto

Didascalie:

1. A sinistra Sergio Stanzani al centro, un giovanissimo Lucio Dalla.

2. Club Atletico Bologna. Al centro Sergio Stanzani e a destra il figlio Roberto.

 

Lotta: la UWW presenta il nuovo Sistema di Qualificazione Olimpica

  • Tokyo2020
  • UWW
  • qualificazioni olimpiche
  • CIO

Roma, venerdì 8 maggio – La United Word Wrestling è una delle prime Federazioni Internazionali ad aver presentato il Sistema di Qualificazione per Tokyo 2020, rivisto alla luce delle nuove date e della pandemia di Covid-19 in corso.

Il CIO, dal canto suo, ha approvato tale Sistema, ormai dunque ufficiale.

Facciamo il punto della situazione insieme al Team Manager delle Squadre Nazionali della lotta, Lucio Caneva: “Come sappiamo le Olimpiadi sono state rimandate di un anno esatto, al 2021. Per quanto riguarda il calendario delle qualificazioni olimpiche, la Federazione Internazionale ha deciso di seguire la stessa logica mantenendo le gare di qualificazione continentale e la gara di qualificazione mondiale nelle stesse date già predisposte per il 2020, ma riprogrammate un anno più tardi”.  

L’organizzazione delle Qualificazioni Continentali è affidata a Marocco, Ungheria e Cina e riprogrammate a marzo 2021, mentre il torneo di Qualificazione Mondiale previsto per aprile 2021 rimane in capo alla Bulgaria. “L’aspetto di qualificazione olimpica è stato rimandato con le stesse tempistiche delle Olimpiadi – commenta Caneva – Questa mi sembra una soluzione corretta che dà la possibilità a tutti di potersi preparare per le qualificazioni.”

È importante aver svolto questo lavoro di riprogrammazione il più velocemente possibile, in modo da poter indicare agli atleti quali saranno i prossimi step in direzione dei Giochi Olimpici. Con un processo di Qualificazione ufficializzato e dunque chiaro, gli atleti e i coach saranno finalmente in grado di ripensare la preparazione in vista del loro obiettivo primario, la partecipazione ai Giochi Olimpici.

In tutto ciò, “rimaniamo in attesa invece del calendario che riguarda il 2020, in base al quale dovrà essere rimodulato anche quello del 2021. Credo che avremo una risposta dalla UWW entro il 30 di giugno, data che segna il limite fra le gare già cancellate o rimandate e quelle sulle quali prendere ancora una decisione.”

Tornando al Sistema di Qualificazione, i principi e le regole fondamentali rimangono pressoché invariati. Il cambiamento principale nel documento riguarda l’idoneità degli atleti a partecipare ai Giochi. L’età minima scalerà di un anno e gli atleti che compiranno 18 anni nel 2021 (classe 2003) potranno competere ai tornei di qualificazione e a Tokyo 2020, dopo aver superato i controlli medici e con l’autorizzazione del tutore legale nel caso siano ancora minorenni. “Credo che sia una decisione corretta, è giusta perché vorrebbe dire privare gli atleti di una grande opportunità”, conclude il Team Manager.

Un ulteriore cambiamento è invece relativo al fatto che le Federazioni potranno iscrivere ai Tornei di Qualificazione lo stesso numero di atleti (per stile) che hanno partecipato ai relativi Campionati Continentali Senior. Dunque, ad esempio, al Torneo di Qualificazione Continentale previsto per Budapest, potrà partecipare, per ogni Federazione, lo stesso numero di atleti che ha partecipato all’Europeo di Roma.

Come suggerito dal CIO, il nuovo Sistema rispetta i principi del minor cambiamento possibile e del rispetto dei paesi ospitanti già previsti, oltre al principio di garantire la possibilità ai migliori atleti di qualificarsi.

Inoltre, la calendarizzazione del prossimo anno è fondamentale e un primo passo è stato fatto.

Per informazioni più dettagliate, è possibile leggere l’intero documento cliccando qui.

I medici della Lotta in prima linea contro la pandemia

  • UWW
  • 2020

Roma, 27 aprile 2020 – In un periodo come quello che stiamo vivendo, frustrato dalla pandemia e da tutte le conseguenze inevitabili, lo sport, come sempre, tira fuori le sue virtù. Nel mare di condivisione dei valori della solidarietà e dell’amicizia, che già caratterizzano i nostri sport nella normalità, sono proprio le discipline sportive a dimostrarsi le più complete e le più adatte a rimanere forti nei momenti del bisogno.

È un esempio lampante, il caso di molti coraggiosi medici del Wrestling mondiale che, in questi giorni, sono in prima linea nella battaglia contro la pandemia da Covid-19. Da tutto il mondo, i casi dei medici della Lotta impegnati nella ricerca, o direttamente sul campo, dimostra che la comunità del wrestling è sempre stata più grande dei soli lottatori e delle sole materassine.

“Siamo sempre stati grati ai nostri medici, ma voglio che ci prendiamo un momento per celebrare il loro contributo e sacrificio. – ha detto Nenad Lalovic, presidente della UWW – Siamo davvero orgogliosi.”

È il caso del dottor Babak Shagdan, capo della Commissione Medica della UWW, che sta portando avanti, insieme alla University of British Columbia del Canada, un progetto di ricerca per sviluppare un biosensore per lo screening e il monitoraggio dei pazienti da Covid-19.

O del dottor Loukas Konstantinou, altro membro della Commissione Medica della UWW, che sta aiutando molti pazienti, inclusi quelli contagiati dal Covid-19.

E non sono i soli. Un largo numero di medici della Commissione Medica della UWW è attivo nella lotta al virus: dr. Stevan Sikimic, pneumologo; dr. Stefan Strugarov, chirurgo; dr Klaus Johann, chirurgo ortopedico; dr. Abdelghani Chahi, cardiologo; dr. Jose Padilha, chirurgo; dr. Kohei Nakajima, chirurgo ortopedico; dr. Mika Lehto, cardiologo; dr. Carol Maitre; dr. Irina Dulepova; dr. Elena Abaeva.

Un medico in prima linea, come sappiamo, corre il rischio del contagio.  Il dr. Sadegh Mahboubi, della Commissione medica, impegnato nel trattamento dei pazienti in Iran, ha per esempio contratto il virus. “Non volevo occupare un letto dell’ospedale, così ho fatto la quarantena a casa visto che mia moglie è un dottore. – racconta il dr. Mahboubi – Se fosse stato un incontro di lotta, immagino che avrei perso, ma ora sono di nuovo a lavoro per aiutare”.

UWW: conferma delle date e delle sedi per le Qualificazioni a Tokyo 2021

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Roma, 14 aprile 2020 – La United World Wrestling ha fatto sapere la decisione di mantenere le date e le città ospitanti per i rimanenti eventi di qualificazione per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, ormai 2021. Inoltre ha comunicato una serie di aggiustamenti tecnici riguardo all’eleggibilità olimpica degli atleti e annunciato il Congresso Ordinario del 2020. Dunque le qualificazioni continentali rimarranno nel mese di marzo e si svolgeranno a Budapest, in Ungheria, e l’ultima chance sarà quella di Sofia, in Bulgaria, alla fine di aprile. Come dichiara il presidente Nenad Lalovic, le decisioni sono state prese cercando pianificare il calendario UWW con il CIO e con le nuove date di Tokyo 2020 e ritenendo vitale continuare a lavorare con le città ospitanti e le relative federazioni nazionali. Inoltre la UWW ha deciso di posticipare qualsiasi evento pianificato prima del 30 giugno 2020 e i tornei internazionali nel medesimo periodo sono stati cancellati. Consigliando anche alle federazioni nazionale di fare lo stesso. Per il resto del 2020 si vedrà in base alle considerazioni sulla pandemia di Covid-19. Per quanto riguarda l’eleggibilità olimpica degli atleti, saranno ammessi alle gare di qualificazione quelli che compiranno il minimo di età richiesto nel 2021, mentre non sarà ammesso alcun nuovo cambio di nazionalità. Il Congresso Ordinario della UWW, invece, programmato per il 6 settembre è stato confermato per la stessa data.

Classifica olimpica e Lotta Libera: Frank domina i 74kg

  • Tokyo2020
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  • 2020
  • qualificazioni olimpiche

 

Roma, 3 aprile 2020 – La conferma degli atleti già qualificati per la XXXII Olimpiade è una notizia aspettata e che fa sorridere soprattutto i 72 lottatori e le 36 lottatrici che al Mondiale di Astana del 2019 hanno ottenuto il pass diretto per Tokyo. Fra loro, il nostro Frank Chamizo.

A completare il pool degli aspiranti medaglia d’oro di Tokyo 2021, al netto delle wild card, ci saranno i due Tornei di Qualificazione Olimpica, quello Europeo e quello Mondiale, al momento rinviati a data da destinarsi, che daranno accesso ad altri 72 atleti.

In tutto ciò, un peso determinante sull’andamento dei Giochi Olimpici lo avranno i piazzamenti degli atleti nel Ranking mondiale, in quanto determineranno le teste di serie di Tokyo.

Le Ranking della Lotta Libera parlano chiaro: gli atleti europei sono forti e daranno battaglia per assicurare al Continente una buona cifra di medaglie. Delle sei categorie olimpiche ben cinque sono dominate da liberisti europei. Il georgiano Petrashvili (125kg) e il russo Sadulaev (97kg) si sono già assicurati il primo posto, l’iraniano Yazdanicharati (-86kg) è l’unico non europeo in testa, mentre i russi Uguev (-57) e Rashidov (-65) e l’italiano Frank Chamizo (-74) guidano le Ranking delle rispettive categorie ma sono coinvolti in una battaglia che lascerà incerto il primato fino all’ultimo respiro.

Il nostro Frank ha guadagnato la vetta della classifica ai danni del russo Sidakov grazie alla splendida medaglia d’oro dei Campionati Europei di Roma, la quarta nelle ultime cinque competizioni continentali. Il testa a testa durerà fino all’ultimo e Frank ha tutte le intenzioni di arrivare ai Giochi Olimpici mantenendo la prima posizione della Ranking mondiale. Naturalmente non sono da sottovalutare anche il kazako Kaisanov, a soli 5 punti da Frank, e lo statunitense Burroughs, leggermente più distaccato. Il primo è stato due volte oro agli Asiatici mentre il secondo è stato quattro volte campione del mondo ed oro olimpico a Londra.

Negli ultimi 25 anni Russia e America hanno stradominato la categoria dei 74kg, vincendo 22 dei 25 titoli mondiali e olimpici. Ma qualcosa può cambiare proprio a Tokyo se il nostro Frank riuscirà a dare il massimo, come sembra assolutamente determinato a fare. Il rinvio di un anno, la nuova preparazione atletica e mentale saranno una sfida in più da cogliere con il migliore degli auspici: una grande gara alla XXXII edizione dei Giochi Olimpici.

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