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Qui Taipei, D’Arco si ferma ai quarti. Domani gara a squadre

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Qui Taipei, D’Arco si ferma ai quarti. Domani gara a squadre

Taipei, 23 agosto 2017. Quarta giornata alle Universiadi a Taipei ed è stata la prima per l’Italia senza avere un atleta sul podio. Vincenzo D’Arco, impegnato nella categoria Open, ha fatto il possibile, ma dopo aver passato un turno e vinto il successivo è stato sconfitto due volte. Il coach Massimo Sulli ha raccontato così la sua gara: “Nulla da fare oggi per D'Arco, dopo aver superato il primo turno per assenza dell’atleta della Romania, ha superato il tedesco Benjamin Bouizgarne con un waza ari al golden score ed è stato poi sconfitto ai quarti di finale dall’estone Juhan Mettis, anche in questo caso per waza ari al golden. Purtroppo dopo aver dominato tutta la prima parte del combattimento, facendo prendere all’estone due shido, nel golden score ha avuto una flessione, è calato molto, ha incassato due shido e, su un attacco di harai goshi, ha subito il tani otoshi dell’estone. Nell’incontro di recupero contro l’ucraino Anton Rudnyk, Vincenzo ha gestito la prima fase positivamente e poi ha subito waza ari di harai goshi e non è riuscito più a rimontare”. Le gare di judo a Taipei disputano il capitolo conclusivo domani con i tornei a squadre e l’Italia sarà presente sia con le donne, che ai quarti attendono la vincente di Ucraina-Mongolia, che con gli uomini, chiamati alla sfida con Regis (81), Mungai (90) e D’Arco (+90) contro la Lituania per accedere ai quarti.

Italia ancora sul podio a Taipei, Giulia Pierucci è bronzo!

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Italia ancora sul podio a Taipei, Giulia Pierucci è bronzo!

Taipei, 22 agosto 2017. Giulia Pierucci ha conquistato la medaglia di bronzo nei 52 kg all’Universiade a Taipei. Una prova straordinaria la sua, che è cresciuta parallelamente a quella di Anna Righetti, che ha poi concluso al quinto posto nei 57 kg. Anche la terza giornata di gare a Taipei dunque ha riservato grandi soddisfazioni al judo azzurro che ha incassato tre medaglie, l’oro di Valeria Ferrari, il bronzo di Carola Paissoni ed un altro bronzo con Giulia Pierucci. Cinque combattimenti, che sono stati cinque battaglie condotte con grande maturità dall’atleta, classe 1996, di Castelletto sopra Ticino. “Sono emozionantissima, ancora non riesco a realizzare quello che ho fatto. – ha detto Giulia al termine della finale per la medaglia - Per me questa medaglia di bronzo racchiude molto. Non è un traguardo, ma un trampolino di lancio! Ci ho creduto dall’inizio della gara di potercela fare, ero determinata ad arrivare in fondo… mi sono fermata in semifinale con la brasiliana, ma questa sconfitta mi ha dato ancora più carica per andare avanti. Nella finale ho incontrato la russa con la quale avevo già perso una volta, ma la scorrettezza che ha eseguito, ovvero leva al braccio dopo il mate mi ha dato ancora più carica per raggiungere il mio obiettivo! Ringrazio la mia famiglia che è venuta fino a qua per sostenermi, il maestro Sulli che mi ha permesso di partecipare e di arrivare in forma per questa gara e ringrazio anche il mio allenatore Pierangelo Toniolo. Anche se a distanza ha dato il suo contributo”. Il percorso di Giulia è iniziato con la vittoria sulla francese Laura Holtzinger, poi è stato il turno della lussemburghese Kim Eiden, surclassata con quattro waza ari, quindi l’ucraina Kateryna Chertyl, che di waza ari ne ha presi due soltanto. In semifinale è stata la brasiliana Eleudis De Souza Valentim a fermare la corsa della Pierucci, ma non ha scalfito le sue motivazioni, che sono state decisive nella finale per il bronzo con la russa Galiya Sagitova, domata con un waza ari al Golden Score. “Pierucci ha fatto una gara in crescendo – ha detto il coach Massimo Sulli - Si è fermata in semifinale contro la brasiliana, poi però in finale contro la russa si è riscattata e al golden score ha vinto di wazari di gaeshi waza”. Quinto posto invece per Anna Righetti, protagonista di tre splendide vittorie nei 57 kg, sempre ippon a Wright (Australia), Nicolaescu (Romania), Halata (Algeria), ma poi ha ceduto il passo in semifinale a Kwon (Sud Korea) ed in finale per il bronzo con Tamires Crude Andrade da Silva (Brasile). “Gli incontri preliminari li ha vinti con sicurezza e ha mostrato un judo in ne waza di grande livello. – ha detto Massimo Sulli - In semifinale con la coreana aveva recuperato il waza ari di svantaggio e a 6 secondi dalla fine ha subito un waza ari di seoi nage. In finale per il bronzo contro la brasiliana dopo averla dominata per tutto l’incontro si è fatta sorprendere al golden score da un o soto gari al fulmicotone. Rimane tuttavia per Anna una grande gara, anche se dall’amaro in bocca per non aver colto quanto si sarebbe meritata”. Domani ritorna sul tatami Vincenzo D’Arco, dopo la gara nei 100 kg nella prima giornata, si cimenterà questa volta nella categoria Open, senza limiti di peso.

Universiade di bronzo per Carola Paissoni

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Universiade di bronzo per Carola Paissoni

Taipei, 21 agosto 2017. “Contentissima di partecipare a questa Universiade e mi giocherò tutte le mie carte per conquistare questa prestigiosa medaglia. Le sensazioni sul tatami sono state assolutamente positive  e la preparazione ottimale. Forza Italia!”. È stata di parola Carola Paissoni che, alla vigilia, aveva espresso chiaramente il suo obiettivo. E la gara della Paissoni ha portato una splendida medaglia di bronzo nei 70 kg, nonostante che negli ottavi di finale, al primo turno per Carola, la brasiliana Barbara Chianca Timo abbia avuto la meglio. Si consideri che, dopo aver superarto l’azzurra, la brasiliana ha proseguito il suo percorso fino al successo pieno, con il primo posto. Ma Carola Paissoni ha fatto, più o meno, la stessa cosa e ha intrapreso un percorso vincente che, con determinazione e lucidità, l’ha vista vincere prima del limite sulla mongola Davaasuren Munkhbat, sulla polacca Urszula Janina Hofman ed anche sull’olandese Natascha Esmee Ausma. Ritmo incalzante, anticipo dell’iniziativa hanno fatto sempre la differenza, ma per il terzo posto il successo sulla messicana Andrea Ixyoltzin Poo Castrejon è arrivato grazie ad un waza ari in o uchi gari. “Nonostante la brutta partenza con la brasiliana, - ha detto Carola Paissoni - sono riuscita a recuperare la concentrazione e affrontare i recuperi fino alla finale per il bronzo. Aspettavo da me stessa questa medaglia e sono felicissima del risultato raggiunto. Ed ora si pensa a palcoscenici più importanti. Sempre forza Italia!”. Nono posto nei 63 kg invece per Valentina Giorgis che, dopo le vittorie ottenute su Florian (Rou) e Huang (Tpe), è stata sconfitta da Kostenko (Rus) e Iwema (Ola), mentre Andrea Regis e Nicholas Mungai sono stati eliminati al secondo turno di 81 e 90 kg. Vittoria sull’indiano Inderdeep Singh per Regis, poi sconfitto da Taranto Panini (Bra), mentre Mungai ha superato Schubert (Ger) prima di cadere sul sasae di Dadashov (Aze).

C’è una Ferrari che trionfa a Taipei, è Valeria: primo oro azzurro alle Universiadi

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C’è una Ferrari che trionfa a Taipei, è Valeria: primo oro azzurro alle Universiadi

Taipei, 20 agosto 2017. “Sono commossa, non me l’aspettavo un risultato del genere”. È questa l’emozione di Valeria Ferrari dopo aver conquistato la medaglia d’oro nei 78 kg a Taipei nella prima giornata delle gare di judo alla 29esima edizione dell’Universiade estiva. “È stata superlativa – ha aggiunto il coach Massimo Sulli - ha sfruttato un sorteggio abbastanza favorevole nei primi due turni e si è preparata con la massima serenità agli altri incontri, ma ha lottato con umiltà e grande senso tattico”. Il percorso di Valeria Ferrari è iniziato con il forfait della nigeriana Stellamaris Chi Mba, quindi le vittorie sull’algerina Amina Temmar, sulla temibile brasiliana Isadora De Sousa Pereira ed in finale sulla sudcoreana Lee Jeongyun, numero 25 del ranking mondiale. “Non mi aspettavo per niente una cosa simile – ha aggiunto un po’ trafelata la 24enne veronese – mi sono sentita determinata fin dall’inizio e volevo una medaglia che desse una scossa alla mia stagione. E poi mi sono allenata con criterio divertendomi! Di fatto è successo che Groenwold (Ola), Malonga (Fra) e Izumi (Jpn) si sono scontrate fra loro, ma Malonga che n’è uscita ha poi perso dalla De Sousa Pereira. È stata una grande sorpresa, tant’è che mi ero già organizzata per la sfida con la francese. È stato a quel punto che ho pensato: oggi è la mia giornata! Ce la devo mettere tutta affinchè sia proprio così”. Nettissima la vittoria della Ferrari in semifinale, tre waza ari! Quindi la finale con la Lee. “Non ho pensato granchè, solo alla sostanza, cosa dovevo fare. Con la consapevolezza di essere allenata e di potercela fare con chiunque. Non è stata una passeggiata, ma è andata. E sono felice!”. Per l’azzurra si tratta di una medaglia pesante, certamente la più importante dopo il titolo mondiale conquistato nei 70 kg nel 2009 nella classe U17. La gara nei 100 kg di Vincenzo D’Arco invece, si è fermata ai sedicesimi di finale di fronte a Vadims Lando (Latvia). Domani ben quattro gli azzurri in gara, Andrea Regis negli 81 kg, Nicholas Mungai nei 90 kg, Valentina Giorgis nei 63 kg e Carola Paissoni nei 70 kg.

Matteo Marconcini domani a SkySport

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Matteo Marconcini domani a SkySport

Roma, 18 agosto 2017 - Matteo Marconcini domani sarà ospite del TG di Sky Sport delle ore 15.30. Il nostro judoka parlerà della sua esperienza agonistica, della bella ma sfortunata esperienza olimpica di Rio 2016 e presenterà i Mondiali che lo vedranno partecipare insieme alla Squadra Azzurra a Budapest, dal 28 agosto al 3 settembre.

Finalmente finito il ‘Mondiale’ di Daniele Accogli, venerdì sarà a casa

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Finalmente finito il ‘Mondiale’ di Daniele Accogli, venerdì sarà a casa

Santiago del Cile, 15 agosto 2017. Il Campionato del mondo cadetti a Santiago del Cile è finito anche per Daniele Accogli e per il coach azzurro Vito Zocco. Con un ritardo di qualche giorno rispetto il resto della squadra, che è già rientrata in Italia, ma l’infortunio alla spalla che l’atleta romano ha patito domenica scorsa, nel match che l’ha visto opposto negli 81 kg a Vladimir Akhalkatsi, per il quinto punto della gara a squadre con la Georgia, ha richiesto infatti il ricovero nella Clinica Santa Maria a Santiago del Cile, dov’è stato sottoposto ieri ad intervento chirurgico. Fortunatamente tutto è andato per il meglio e dopo la dimissione dalla clinica, avvenuta poco fa, Vito Zocco e Daniele Accogli possono organizzare finalmente il ritorno in Italia, che avverrà venerdì mattina. “Fortunatamente è andato tutto per il meglio – ha detto Daniele Accogli all’uscita dalla clinica - ringrazio calorosamente chi mi è stato vicino ed ora penso già a ritornare più forte di prima! Oltre chi mi ha fatto sentire la sua vicinanza in questi due giorni tengo a ringraziare il Presidente della Federazione Cilena, Aquiles Gomez, per la sua piena disponibilità”. Sollevato e finalmente sorridente anche Vito Zocco, il coach azzurro che è sempre rimasto al fianco di Accogli: “Mi dispiace davvero per il ragazzo – ha detto Zocco - purtroppo sono inconvenienti che possono accadere nel nostro sport. L’infortunio fra l’altro ha nascosto un’insidia inattesa, infatti dagli accertamenti è emerso che la lussazione sterno-clavicolare verso l'interno sfiorava la vena anonima  sinistra, rendendo la situazione comprensibilmente delicata e, di conseguenza, l'intervento chirurgico. Ma è andato tutto benissimo ed anche in questo caso Accogli ha dimostrato di essere un vero guerriero. Sul tatami e fuori. Sono certo si riprenderà quanto prima”.

Azzurri in volo per Taipei, le emozioni degli azzurri prima delle Universiadi

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Azzurri in volo per Taipei, le emozioni degli azzurri prima delle Universiadi

Ostia, 15 agosto 2017. È decollata da Fiumicino, destinazione Taipei, la rappresentativa italiana che, dal 20 al 24 agosto, sarà impegnata nelle gare di judo della 29esima edizione delle Universiadi estive. La squadra, guidata dal coach Massimo Sulli, è composta da Giulia Pierucci (52), Anna Righetti (57), Valentina Giorgis (63), Carola Paissoni (70), Valeria Ferrari (78), Andrea Regis (81), Nicholas Mungai (90) e Vincenzo D’Arco (100) e salirà sui tatami allestiti nel Hsinchu County Gymnasium secondo il seguente calendario, domenica 20: -78, +78, -100, +100 kg; lunedì 21: -63, -70, -81, -90 kg; martedì 22: -52, -57, -66, -73 kg; mercoledì 23: -48, Open F, -60, Open M; giovedì 24: team competitions F & M. Il commento degli azzurri alla partenza. Giulia Pierucci (52 kg): “Come in ogni gara il mio obiettivo è quello di vincere, il livello sarà alto e sarà la mia prima Universiade, ma questo non mi spaventa. Sono onorata di far parte della squadra, siamo un gruppo molto unito e affiatato. Non ci resta che dare il massimo!”. Anna Righetti (57 kg): “Ci siamo allenati molto e siamo una squadra affiatata. Combatterò col cuore, dando il massimo sperando di ottenere un buon risultato. Mi impegno molto sia nel judo che negli studi, perciò sento questa competizione molto vicina e cercherò di fare del mio meglio per conquistare una medaglia”. Valentina Giorgis (63 kg): “Non è la mia prima Universiade, quindi spero che l’esperienza sia dalla mia parte. Nonostante gli infortuni ora mi sento di nuovo in forma e pronta per ottenere un buon risultato. Sono convinta delle mie possibilità e determinata a dare tutta me stessa in questa competizione cui tengo molto”. Carola Paissoni (70 kg): “Contentissima di partecipare a questa Universiade e mi giocherò tutte le mie carte per conquistare questa prestigiosa medaglia. Le sensazioni sul tatami sono state assolutamente positive  e la preparazione ottimale. Forza Italia!”. Valeria Ferrari (78 kg): “Contenta di aver intrapreso questa esperienza, voglia di dare il massimo divertirmi con la consapevolezza di essermi allenata intensamente”. Andrea Regis (81 kg): “Direttamente dall’Areoporto di Fiumicino in partenza per Taipei posso solo dire che la squadra è molto motivata, compatta e pronta per qualcosa di importante. La preparazione svolta tra il Centro Olimpico ad Ostia e quello a Bardonecchia ci ha permesso di arrivare in condizione mentale e fisica ottimale. Ora tocca a noi dimostrare il nostro valore e prenderci quello che ci meritiamo”. Nicholas Mungai (90 kg): “Sono appena uscito da un periodo intenso di allenamento, lo stage a Izola e il collegiale a Bardonecchia. Mi sento abbastanza in forma e tra noi ragazzi c’è una buona armonia per cui ci sono tutti i presupposti per una buona prestazione”. Vincenzo D’Arco (100 kg): “Per me è una nuova esperienza e la voglio vivere al meglio. Ci siamo preparati bene per questa manifestazione e siamo fiduciosi. Voglio dare il massimo e spingermi oltre le mie aspettative”.

Di ritorno dal mondiale, l’analisi della Commissione Attività Giovanile

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Di ritorno dal mondiale, l’analisi della Commissione Attività Giovanile

Ostia, 14 agosto 2017. Disputare un mondiale giovanile all’inizio di un quadriennio è un’occasione ed una responsabilità: di ritorno dal Cile è opportuno fare alcune considerazioni, sia per valutare questi primi mesi di attività della nuova Commissione Nazionale Attività Giovanile, sia per guardare al futuro con senso critico e con l’idea che comunque sia il bilancio, ci sia sempre molto su cui lavorare.

E’ necessario partire da alcuni dati: non si tratta di fare confronti semplicistici, ma di valutare l’attività a partire da alcuni, inconfutabili numeri.

In primo luogo, la stagione 2017 vede l’Italia stabile al secondo posto per numero di medaglie tra tutte le nazioni che hanno partecipato al World Tour Cadetti: con l’eccezione della Russia che con ben 117 medaglie viaggia su un’altra lunghezza d’onda rispetto agli altri paesi, l’Italia si conferma tra le nazioni più vivaci del circuito internazionale in quanto a partecipazione (180 atleti) e a risultati (48 medaglie per 26 atleti a medaglia).

Ristringendo l’analisi alle tre competizioni estive, va osservato che per la prima volta sono stati ben 28 gli atleti azzurri che hanno partecipato a queste competizioni maggiori: alla base di questo dato risiede una scelta educativa che antepone alla ricerca del risultato qui ed ora, la possibilità di far crescere gli atleti anche attraverso la partecipazione a Campionati Europei, EYOF e Campionati Mondiali; è un primo passo che come osservato da diversi tecnici, può e deve portare alla creazione di un nucleo di atleti talentuosi da far crescere in proiezione olimpica.

I risultati dell’estate di fuoco dei cadetti sembrano confortare questa scelta: basti pensare che l’Italia è stata la terza nazione per numero di medaglie conquistate al Campionato Europeo di Kaunas, la sesta tra le europee al Campionato Mondiale di Santiago del Cile; se è vero che la prestazione alla gare individuali dell’EYOF è stata sotto la media di due medaglie conquistate nelle precedenti 4 edizioni con l’eccezione del glorioso 2015, sommando le medaglie conquistate nei tre appuntamenti internazionali conclusi col Mondiale, l’Italia si attesta al sesto posto tra le europee, davanti a nazioni con tradizioni, numeri e possibilità di gran lunga superiori alle nostre: si tratta di una prestazione che storicamente è seconda soltanto al già citato 2015.

Va notato in ultimo come il mondiale sia una gara se stante nel panorama internazionale, basti pensare che molti campioni europei come la serba Obradovic o l’ungherese Sipocz sono stati eliminati al primo turno: il ripescaggio ai quarti, combinato con la presenza di numerose nazioni che prendono parte esclusivamente alle tappe extraeuropee del World Tour, altera la distribuzione delle teste di serie…vero è che con l’eccezione di uno, tutti gli azzurri che hanno perso, hanno perso con atleti che hanno disputato una finale: con questa considerazione non si vuole giustificare prestazioni che in parte possono aver deluso le aspettative, ma prendere atto di una criticità che nella classe cadetti può rappresentare un serio ostacolo e che impone un lavoro mirato.

Ai risultati individuali, si aggiungono i due risultati storici ottenuti nelle competizioni a squadre: il bronzo maschile all’europeo a squadre a Kaunas e l’oro femminile all’EYOF di Gyor. Ogni gara a squadre va considerata con le dovute cautele: combattere a pochi giorni dalla gara individuale può rappresentare un ostacolo per alcuni atleti, così come condividere le responsabilità del risultato con i propri compagni di squadra può creare sinergie vincenti tali da amplificare le possibilità dei singoli; nel caso degli azzurri l’alchimia sperimentata in questi appuntamenti ha fatto la differenza e anche quando il risultato non è arrivato, la squadra ha saputo reagire traendo il massimo dall’esperienza in termini di crescita.

Se i numeri permettono di avere uno sguardo analitico, al fine di trarre delle conclusioni è necessario rileggere “la quantità” alla luce di quanto osservato in termini di “qualità”.

Innanzitutto, va osservato che se la partecipazione all’attività internazionale giovanile è diventata una consuetudine per la gran parte dei club italiani, un passaggio quasi naturale del percorso di crescita, solo il 14% degli atleti impegnati nell’attività internazionale 2017 è arrivato a conquistare una medaglia: di questi solo 7 hanno centrato l’obiettivo europeo, uno solo dei quali si è ripetuto al mondiale, mentre la seconda medaglia iridata è arrivata da un’atleta ai piedi del podio al campionato continentale.

Alla luce di questi dati sorge spontaneo chiedersi quali siano le caratteristiche individuate negli atleti che hanno vinto di più.

Detto in estrema sintesi a fare la differenza è stata la combinazione di una solida preparazione di base e di un atteggiamento mentale predisposto alla fatica e alla vittoria come possibilità di spingersi oltre i propri limiti intesi come ansie, paure, insicurezze: un lavoro tecnico di base solido, la capacità tecnico-tattica di applicare gaeshi e renraku e di proseguire da tachi-waza in ne-waza, durezza mentale, dedizione alla fatica e capacità di concentrarsi e di rimanere focalizzati sull’obiettivo nel qui ed ora e in prospettiva.

Si tratta di considerazioni sommarie, che in apparenza possono sembrare scontate: tuttavia sono la base di un lavoro che partendo dai settori giovanili possa trasformare i talenti di oggi nei campioni di domani.

Il primo semestre della Commissione Nazionale Attività Giovanile parte da qui: da un lato la vivacità dei risultati, dall’altro la consapevolezza che l’interazione e la collaborazione “di squadra” tra staff nazionale e club continui ad essere un elemento fondamentale affinché il judo italiano sia sempre più competitivo nel panorama internazionale.

La Commissione Nazionale Attività Giovanile

Primo titolo misto alla Russia ai Mondiali U18, Italia fermata dalla Georgia

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Primo titolo misto alla Russia ai Mondiali U18, Italia fermata dalla Georgia

Santiago del Cile, 13 agosto 2017. È andata alla Russia la prima edizione del campionato del mondo a squadre con la formula mista che si è disputata a Santiago del Cile, a chiusura della rassegna iridata U18. La sfida fra squadre nazionali composte da quattro donne e quattro uomini ha ottenuto, alla sua prima uscita ufficiale, un eccellente riscontro in termini di ritmo e gestione di gara, spettacolarità, che sono gli obiettivi individuati per l’ammissione olimpica a Tokio 2020. Sul podio con la Russia sono salite Brasile (secondo), Georgia e Giappone (terze). L’Italia è stata fermata al primo turno dalla Georgia (6-2), che, il turno successivo, ha rimontato e sconfitto il Giappone, 4-4 il punteggio, 32-25 i punti judo che hanno premiato gli avversari degli azzurri. Questo il tabellino di Georgia-Italia 6-2 (69-23) - 44 kg: nobody-Avanzato 0-10; 55 kg: Kapanadze-nobody 10-0; 52 kg: Tatunashvili-Silveri 0-12; 66 kg: Bakhbakhashvili-Zaraca 10-0; 63 kg: Tchanturia-Favorini 11-0; 81 kg: Akhalkatsi-Accogli 14-0; +63 kg: Somkhishvili-Esposito 12-0; +81 kg: Tchelidze-Bergamelli 12-1.

Il commento della giornata dello staff tecnico è stato affidato ad Alessandro Comi: “I nostri ragazzi si sono battuti tutti con onore, determinazione e voglia di vincere, ma la Georgia è stata più forte e non è bastato. Brillante la gara di Federica Silveri, che ha annientato la sua avversaria con un micidiale sankaku, ma anche gli altri ragazzi hanno messo in seria difficoltà i loro avversari... sono mancate alla fine solo quella cattiveria e quella spavalderia che fanno dei georgiani la squadra compatta e temibile che si è dimostrata. Un pensiero va infine a Daniele Accogli, che nel corso dell’incontro, che ha disputato alla grande, si è procurato una lussazione sterno-clavicolare. Da parte di tutta la Commissione e dalla squadra, l’augurio per una rapida e completa guarigione”.

Bergamelli ‘non ripete’, è settimo nel Mondiale U18 a Santiago

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Bergamelli ‘non ripete’, è settimo nel Mondiale U18 a Santiago

Santiago del Cile, 12 agosto 2017. Enrico Bergamelli si deve accontentare del settimo posto al Mondiale U18 a Santiago del Cile. Le ambizioni del campione d’Europa dei 90 kg erano legittime, ed a maggior ragione dopo essersi guadagnato l’accesso ai quarti di finale con un ippon in 45 secondi sull’uzbeco Buranov. Senso del tempo, potenza, determinazione, con un singolo gesto tecnico Bergamelli ha dimostrato tutto questo. Poco più tardi però, è stato il romeno Serban che gli ha catturato il braccio e glielo ha steso in una banale azione a terra, ippon! Con il russo Gadzhiev, nel recupero per accedere alla finale per il bronzo, Bergamelli non ha trovato la soluzione più opportuna e ha pagato un attacco di tomoe nage valutato generosamente waza ari. È partita molto bene anche la tolmezzina Betty Vuk nei 70 kg, che al primo turno ha liquidato la mongola Sarantsetseg con due azioni, harai maki komi (waza ari) e 30 secondi più tardi ippon con la stessa tecnica. Ma la stessa sorte è stata poi riservata a lei dalla tedesca Igl, waza ari di uchi mata ed ippon con tate shiho gatame. Rammarico e rabbia infine, è quanto deve aver provato sempre nei 70 kg Martina Esposito che, in vantaggio per un waza ari di seoi nage marcato all’inizio del match con la brasiliana Milena Silva, ha visto sfumare la vittoria quando le è stato assegnato il terzo shido. Mancavano 22 secondi. Alla fine Milena Silva ha messo al collo l’argento e Raffaela Igl il bronzo. Domenica gara a squadre che, per la prima volta applicherà la formula mista, 4 uomini e 4 donne insieme sul tatami. Diciotto le squadre al via, con la poule A che propone Ungheria-Giappone e Gerogia-Italia.

Il commento dei protagonisti - Day 4

“La gara è iniziata bene, ma poi qualcosa non ha funzionato... – è la riflessione a voce alta di Enrico Bergamelli - con il rumeno ho sbagliato e mi sono lasciato sorprendere e col russo ho cercato di dare il massimo, ma non è stato abbastanza. Ne faccio tesoro e mi rimetto a lavorare”.

“Oggi ero convinta di poter ottenere un posto sul podio – ha commentato invece Betty Vuk - mi sentivo carica fin dal primo incontro, al secondo però qualcosa in me è cambiato e non mi ha permesso di superare la tedesca. In ogni caso ne faccio tesoro per la prossima occasione”.

“Questa gara era molto importante per me – ha detto Martina Esposito - mi ero preparata e ci contavo molto, ma non è andata come volevo. Ciò nonostante oggi ho imparato una bella lezione e cioè che non si può sempre vincere, a volte si cresce di più con una sconfitta che con una vittoria... e oggi doveva andare così. La mia carriera non è finita qui, amo il mio sport e continuerò a dare il massimo. Voglio ringraziare il maestro e le persone che oggi mi sono state accanto per avermi insegnato anche oggi qualcosa”.

Il commento dello staff tecnico è stato affidato ad Alessandro Comi: “Anche oggi le possibilità di salire sul podio erano consistenti, ma non è andato tutto come avremmo voluto. Martina è un’atleta talentuosa con una fame di vittoria rara, alle volte pecca in zelo e sul tatami è tanto esuberante da non riuscire ad amministrare il vantaggio, ed è stato così con la brasiliana, poi argento. Con un wazari di vantaggio Martina ha dato troppo, perdendo l'equilibrio necessario a gestire la situazione e ha commesso alcuni errori che le sono valsi tre sanzioni. Betty è partita bene dominando con determinazione l’atleta mongola, bronzo ai campionati asiatici. Purtroppo nel secondo incontro, al primo calo di tensione, la tedesca ne ha approfittato, eliminandola. La gara di Enrico invece è cominciata alla grandissima, con un ancata da manuale all’uzbeco Enrico ha superato un primo turno che sulla carta era ostico. È stato invece il rumeno Serban, di lì a poco campione del mondo, a tagliargli la strada sorprendendolo con una rapidissima transizione tachiwaza-newaza e costringerlo alla resa in leva. Il recupero col russo, dopo un wazari discutibile, la tensione l’ha fatta da padrona ed Enrico non è riuscito a restare concentrato per recuperare. Salire sul tatami mondiale da Campione Europeo è una responsabilità che appesantisce il contesto già difficile. I ragazzi hanno lavorato bene per arrivare qui ed essere all’altezza della situazione, sono atleti talentuosi che possono dare molto e gli errori di oggi pesano, ma devono trasformarsi in esperienza utile a crescere. Oggi dobbiamo pensare alla gara a squadre, la Georgia è un brutto cliente, ma siamo venuti in Cile per fare due gare importanti e sul tatami oggi tutti daranno il massimo”.

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