C’è l’Ostia Training Camp e l’allenamento è ad altissimo livello
È iniziata la terza giornata dell’OTC, l’Ostia Training Camp, allenamento internazionale nel centro Olimpico a Ostia in programma dal 9 al 14 luglio, con la partecipazione di diverse rappresentative nazionali che, al termine dell’EJU Training Camp a Castelldefels, hanno scelto di non cambiare clima, né meteorologico, né quello (fondamentale) dell’allenamento. L’attività si svolge sul grande tatami della palestra judo nel Centro Olimpico Matteo Pellicone, quella dove gli azzurri trascorrono centinaia di giornate all’anno negli allenamenti per preparare anche gli appuntamenti più importanti. Ed è così anche in quest’occasione, anche se in compagnia di grandi atleti e di molte nazioni. “Abbiamo preparato la prima edizione di questo international training camp al quale abbiamo invitato alcune nazioni molto importanti, ci sono Giappone, Brasile, Kosovo, Romania, Svizzera, - ha spiegato infatti Luigi Guido - c’è una delegazione degli Emirati Arabi, una dello Sri Lanka, il livello è certamente alto, il numero giusto di partecipanti per poter fare un buon randori di altissimo livello. Quasi tutti hanno portato i loro atleti ‘top’ in preparazione dei campionati del mondo, l’occasione e il periodo sono giusti, la location è ottima ed i tecnici sono sicuramente contenti. Per noi è un’occasione per far lavorare oltre agli atleti ‘top’ anche tutti i giovani che seguono e che potranno arrivare ad altissimi livelli. È un momento di crescita molto importante per noi!”. “Ritengo che questo a Ostia sia un Camp molto interessante, in particolare per chi arriva da Castelldefels. – ha detto a sua volta Driton Kuka, 46enne coach del Kosovo - Non ci sono moltissimi judoka, ma ci sono delle ottime condizioni di allenamento per l’alto livello dei judoka presenti, per le forti nazionali presenti e mi auguro che la Federazione Italiana organizzi ancora nel prossimo futuro iniziative come questa”. “Per essere la prima edizione di questo training camp a Ostia, il riscontro ottenuto è ottimo – ha detto il coach azzurro Roberto Meloni - per le medaglie olimpiche e mondiali presenti sul tatami e, soprattutto, per i nostri atleti che hanno un’opportunità di allenarsi ‘in casa’ con nazioni come Kosovo, Slovenia, Brasile, Giappone, Svizzera”. “Siamo soddisfatti perché siamo riusciti ad ospitare tante nazioni – ha aggiunto Francesco Bruyere – e tanti campioni, sia olimpici come Kelmendi, Trstenjak, Basile e tanti altri medagliati mondiali ed europei. Il livello è altissimo e siamo molto contenti di poter usufruire dei nostri spazi ed avere un training camp qui ad Ostia per preparare gli appuntamenti importanti che ci aspettano, dal Grand Prix a Zagabria come test-match per il Mondiale a settembre. Siamo stati a Castelldefels, adesso facciamo questo e poi andiamo in Giappone ad agosto. Il lavoro è tanto, i ragazzi si impegnano e aspettiamo medaglie importanti”.
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A Gdynia è super-Brudetti! Oro nell’European Cup U21
Cinque vittorie e primo posto nei 66 kg per Luigi Brudetti a Gdynia, nell’European Cup Junior con 304 atleti di 21 nazioni. Il napoletano (20 anni il 25 luglio prossimo) seguito da Gianni Maddaloni, ha sconfitto nell’ordine Przemyslaw Litwin (Pol) per ippon, Suheyl Uyar (Ola), Daniil Voroteliak (Ucr) ippon, Dzmitry Muzhaila (Blr) ed in finale Danylo Khlopetskyi (Ucr), ippon. Buona prova anche per Giovanna Fusco, settima nei 57 kg. “È stata una grande gara quella di Luigi Brudetti – ha detto il Maestro Gianni Maddaloni – che, dopo il secondo posto ai campionati italiani junior, dopo il terzo agli assoluti, è arrivata la consacrazione con questa medaglia d’oro in Polonia. Grande ripresa, grande crescita per Luigi Brudetti e soddisfazione di Scampia, dello Star Judo Club e del Maestro Maddaloni. Soddisfazione di tutto il clan e grande festa dei bambini in palestra. Brava anche Giò Fusco, che ha gareggiato nonostante un piccolo infortunio all’anca e si è confermata una grande atleta, con due vittorie e due sconfitte si è piazzata settima. Ha dimostrato una grande forza di volontà”.
“Sentivo di essere in forma – ha detto Luigi Brudetti - ero al massimo della lucidità, infatti ho concluso quasi tutti gli incontri per ippon, senza subire neanche un punto. Questa vittoria è solo un punto di inizio per vincere cose molto più importanti insieme al mio maestro Gianni Maddaloni che crede sempre di più in me e nelle mie possibilità. Ringrazio in primis lui che mi segue ogni giorno, il figlio Pino, la mia famiglia che fa tanti sacrifici per me, la mia ragazza che mi sta sempre vicino moralmente e infine, ma non per ultimo, l'intero Star Judo Club, la mia seconda famiglia”.
Mixed team azzurro fermato dalla Georgia, ma 6 medaglie a Sarajevo ‘posson bastare’
“Non è andata come avremmo voluto” è Vito Zocco a commentare a caldo la gara a squadre in cui l’Italia è stata superata in apertura dalla Georgia “avevamo una squadra molto competitiva in tutte le otto categorie e potevamo arrivare fino in fondo per giocarci una medaglia. Resta l’amaro in bocca: abbiamo perso 5-3 e purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di riscattarci nei recuperi. Nell’incontro successivo infatti la squadra georgiana è stata fermata molto discutibilmente dall’Olanda. Sulla parità 4-4, è stata sorteggiata proprio la categoria mancante alla Georgia e la vittoria è andata a tavolino all’Olanda. Si è conclusa dunque quest’avventura con la consapevolezza di avere una squadra forte composta da ragazzi che rimanendo cadetti anche il prossimo anno potranno essere ancora più competitivi”.
L’avventura degli azzurrini nel mixed team event si è arenata infatti al primo turno con un’ostica, anche se non impossibile Georgia, cinque vittorie a tre. È stata una bomba di sode-tsurukomi goshi di Silvia Drago a infliggere il primo punto ai georgiani che si sono riportati però in parità con due waza-ari inflitti da Gasitashvili a Giuseppe De Tullio. L’Italia ha marcato il secondo ippon con un micidiale sankaku-gatame di Federica Silveri, cui la Georgia ha replicato con Kapanadze su Luigi Centracchio. Il sorpasso georgiano è arrivato al terzo incontro. Ylenia Monacò non è riuscita a contrastare Silagadze, oggi davvero indomabile al punto da mettere sotto anche la neo-campionessa d’Europa Marin Visser nell’incontro successivo. Quarto punto per la Georgia con Sherazadishvili su Giovanni Zaraca protagonista di un incontro al cardiopalma, ottimamente disputato. Martina Esposito ha avuto l’onere di contrastare la supermassima georgiana Makishvili, ma l’azzurra ha avuto la meglio con due zampate di o-uchi gari. Le speranze del pareggio si sono purtroppo infrante all’ultimo incontro, con Lorenzo Turini che non è riuscito a contenere l’impetuoso avversario.
A chiusura del Campionato Europeo è il presidente della Commissione Nazionale Attività Giovanile, Raffaele Toniolo, a fare il bilancio della trasferta: “Era dall’Europeo di Teplice 2010 che l’Italia non saliva sul podio per nazioni individuale. Era l’europeo in cui Odette conquistò l’oro e Fabio l’argento: mi auguro che questo sia di buon auspicio per tutti i cadetti che hanno gareggiato a Sarajevo. Abbiamo conquistato sei medaglie, ma quello che ci inorgoglisce è che il 60% dei nostri atleti si sia piazzato entro il settimo posto, disputando per nove volte una finale. Questi dati, uniti al fatto che delle sei medagliate solo due passeranno juniores il prossimo anno, dimostrano la qualità e la salute del vivaio judoistico italiano. Nulla viene per caso: i ringraziamenti sono doverosi rispetto alle famiglie di questi atleti che li supportano nel loro percorso sportivo con grandi sacrifici, ai tecnici e ai club che curano la loro crescita, alla Federazione che dal 2005 ha istituito e mantenuto un’apposita commissione per supportare questa classe d’età che è il futuro del judo italiano, agli uffici federali ed in particolare a Benedetta Foschi che ha curato l’organizzazione delle nostre trasferte e attività, allo staff medico federale che ci ha supportato con competenza e professionalità, al preparatore atletico Felice Romano e a Sandro, Corrado, Vito e Alessandro amici e colleghi nella CNAG che insieme a me curano la preparazione e la pianificazione dell’attività di questi atleti. Ancora un ringraziamento particolare si comitati regionali di Sicilia, Marche, Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia che ci hanno aiutato durante l’ultimo collegiale di preparazione svoltosi a Lignano”. Il prossimo campionato d’Europa Cadetti si disputerà a giugno 2019 a Varsavia.
Europei U18, Italia finalmente d’oro con una super-Martina Esposito
Splende il sole e brilla l’oro di un’inarrestabile Martina Esposito sulla terza giornata degli Europei Cadetti 2018. Dopo quattro medaglie d’argento e una di bronzo, per la spedizione azzurra a Sarajevo è finalmente arrivata anche la medaglia più pregiata e la protagonista di un europeo d’oro è stata la napoletana Martina Esposito che, ad un anno dal bonzo a Kaunas nei 63 kg, è salita sul gradino più alto del podio dei 70 kg. “Stamattina mi sono svegliata senza pensarci troppo, come se fosse una gara come le altre” ha dichiarato Martina scendendo sorridente dal podio “le avversarie erano quelle di sempre ed erano lì per battermi visto che in precedenza ero stata io a battere loro. Se devo essere sincera un po’ me lo aspettavo: non vorrei sembrare presuntuosa, ma mi sentivo più forte... sarà che essendo all’ultimo anno ho acquisito più sicurezza e tranquillità rispetto alle altre, ma sapevo cosa potevo fare oggi: sono salita sul tatami e non ho fatto altro che quello che so fare, non ho sbagliato nulla o quasi, né tatticamente, né mentalmente.... e ho centrato il mio obiettivo. La mia prima dedica va al maestro Gianni e a chi mi è stato vicino oggi e alla mia famiglia... ma voglio ringraziare anche tutti i miei compagni di nazionale che oggi mi hanno supportato incontro per incontro: siamo stati una vera squadra.” Erica Simonetti si è invece fermata ai piedi del podio: nella finale per il bronzo con la turca Kalender, la piemontese non è riuscita a recuperare uno svantaggio subito in apertura e non le sono bastate le due sanzioni comminate all’avversaria per aggiudicarsi la finale. È il maestro Bongiorno a commentare con soddisfazione la terza giornata di gara: “Forse potevano raccogliere qualcosa di più in alcune categorie dove la medaglia era a nostra portata” ha dichiarato Bongiorno “ma di fronte alla prestazione di Martina non possiamo che essere molto contenti: Martina non ha avuto rivali ed è stata la migliore di tutte le donne oggi in gara. La classifica per nazioni conferma la buona salute del nostro Judo giovanile: restiamo tra le nazioni più forti d’Europa e dobbiamo questo risultato alle società che continuano a preparare al meglio i nostri ragazzi”. Con la medaglia d’oro di oggi, segnalando anche il settimo posto nei 90 kg di Leonardo Carnevali, il bottino azzurro a Sarajevo è infatti di ben sei medaglie grazie alle quali l’Italia sale sul podio per nazioni, aggiudicandosi il terzo posto nel medagliere dietro ad un’incontenibile Russia e alla formazione francese che con sole tre medaglie, di cui però due d’oro, si aggiudica la seconda piazza. Domani l’Italia sarà in gara nel Mixed Team event: il primo incontro vedrà gli azzurri impegnati con la Georgia.
È festa grande a Napoli per Nicola Tempesta, 9° dan per lui e Bruno Carmeni
Tokio 1964, il judo approda all’Olimpiade. L’Italia c’è ed è rappresentata da due atleti, Nicola Tempesta e Bruno Carmeni. Scorrono gli anni, 54 non sono pochi, siamo a Napoli all’Albergo dei Poveri in Piazza Carlo III. È la sede del Kodokan, semplicemente meravigliosa. È giovedì, il 28 del mese di giugno, anno 2018, Nicola Tempesta compie 83 anni. L’Italia si fa trovare pronta per la serata speciale dedicata ad una persona speciale. Ci sono tutti, proprio tutti, perché chi non c’è con il corpo, c’è con il pensiero e con il cuore. Si respira l’aria di una storia bellissima, iniziata ben prima di quel viaggio olimpico del 1964 a Tokio e ci sono i ricordi, gli aneddoti, le esperienze dirette raccontate da tante voci di vita vissuta, raccontate dai tanti protagonisti di una vita straordinaria, di judo, di Napoli. Del judo in Italia. Si respira un’aria che sa di magia, regala tenerezza, trasmette il senso profondo della passione, delle ambizioni coltivate nell’orto dei valori. Con sacrificio, ispirazione, genialità. La cerimonia per l’assegnazione del ‘nono’ dan a Nicola Tempesta e Bruno Carmeni non poteva avere coreografia migliore. Quella di giovedì 28 giugno, giorno dell’83esimo compleanno di Nicola Tempesta, è stata una serata speciale dedicata ad una persona speciale. Il judo italiano, la sua storia, hanno saputo trovare il momento perfetto per guardare indietro e per guardarsi dentro. No, non c’era solo Napoli a festeggiare Nicola Tempesta e Bruno Carmeni.
Il riconoscimento del 9° dan a Tempesta e Carmeni, iniziativa motu proprio del Presidente Domenico Falcone, è stato la scintilla per la serata organizzata dal Kodokan Onlus col contributo sostanziale del Prof. Claudio Nasti e del Prof. Gianluca Punzo e, dopo i saluti istituzionali di Ciro Borriello, Assessore allo Sport del Comune di Napoli e quelli inviati da Alessandra Clemente, Assessore alla Legalità del Comune di Napoli, si sono susseguiti gli interventi dell’On. Felice Mariani, prima medaglia italiana nel judo alle olimpiadi già Capitano azzurro, Allenatore e Direttore tecnico della Nazionale e dell’olimpionico Pino Maddaloni. L'evento ha avuto come fil rouge la storia del judo italiano, in un viaggio nel tempo dagli anni '50 del secolo scorso in poi. Con le testimonianze del Maestro Bruno Carmeni, del M° Giancarlo Peloso e di Gennaro Lippiello, che ha ricordato, con straordinaria verve tutta partenopea, aneddoti della carriera del suo Maestro, Nicola Tempesta. Il Prof. Giuseppe Tribuzio, dell'Università di Bari ha sottolineato la forte identità tutta italiana e napoletana che il M° Tempesta mantenne nel proprio judo anche nei confronti della forte tradizione giapponese, raccontando attraverso le fonti antiche il rapporto tra allievo e maestro. Il prof. Gianluca Punzo, della SISS - Società Italiana Storia dello Sport – tra i tanti aneddoti legati alla lunga attività del M° Tempesta ha ricordato quello che lo lega al Prof. Sergio Fati attraverso la sua esperienza all'ENAOLI – Ente Nazionale Assistenza Orfani dei Lavoratori Italiani - durante la quale educò al judo un folto gruppo di orfani divenuti a loro volta Maestri della disciplina. Infine è intervenuta la Prof.ssa Mena Nocera Dirigente scolastica dell’I.C. “Radice – Sanzio - Ammaturo” di Napoli che ha auspicato una possibile sinergia tra la Scuola e i Centri Sportivi in cui si insegna Judo, nel rispetto delle reciproche autonomie. Durante la serata, è stata consegnata dal Presidente FIJLKAM Dott. Domenico Falcone la cintura nera I dan al Dr. Ciro Mauro, judoka fino a 18 anni dedica poi la sua vita allo studio delle Malattie dell’Apparato Cardiovascolare e alla Medicina dello Sport. Oggi è Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia presso l’azienda ospedaliera “Cardarelli” di Napoli; al Dr. Pisani per la sua professionalità nella riabilitazione di molti judoka della nazionale; e al Dr. Fiorentino Dirigente di Oncologia all’Azienda Ospedaliera Cardarelli di Napoli.
Presenti tra gli altri ospiti:
Aldo Policastro Procuratore Capo della Repubblica a Benevento
Giuseppe Borrelli Procuratore Aggiunto e Capo della DDA di Napoli
Marco Rossi-Doria, Ex sottosegretario alla pubblica istruzione, Maestro di strada
Maestro Alfredo Apicella delegato del CONI in Brasile
Giovanni Esposito, Campione del Mondo Cadetti 2015
Domenico Di Guida, Vice campione del mondo juniores Campione d’Europa Juniores,
Giovanni Di Cristo, campione d’Europa under 23
Tarragona, con Stangherlin, Loporchio e D’Arco quest’Italia è proprio bella
L’oro di Giorgia Stangherlin nei 78 kg, l’argento di Giuliano Loporchio nei 100 kg e di Vincenzo D’Arco nei +100 kg, hanno coronato un’edizione straordinaria per il judo azzurro ai Giochi del Mediterraneo. A Tarragona infatti, il medagliere dell’Italia ha ritrovato la quota delle undici medaglie che, in altri tempi, era diventato lo standard. “Sono felicissima – ha detto Giorgia Stangherlin - sia per la medaglia che per come ho combattuto, ma anche per come ho affrontato ciascuna delle mie avversarie. Oggi stavo bene, mi sono sentita molto forte mentalmente, volevo vincere e ce l'ho fatta. Ringrazio il Coni – ha concluso Giorgia - la Federazione, la mia famiglia, il Centro sportivo Carabinieri ed il coach Roberto Meloni che mi ha seguito oggi e mi ha aiutato in tutta la gara”. La ventiduenne Stangherlin ha sconfitto nell’ordine l’algerina Kaouthar Oulalla, la portoghese Patricia Sampaio, schiantata per ippon quand’era sotto di waza ari e la kosovara Loriana Kuka. “Sì, è un buon risultato, anche se sono contento a metà – ha detto Giuliano Loporchio - oggi potevo e dovevo fare di più, ma sicuramente è un buon risultato. Inoltre è un risultato che alza il morale e dà la forza per continuare quell’arduo cammino che è la qualificazione olimpica”. Nei 100 kg Giuliano Loporchio ha superato per ippon Danilo Pantic (Mne) e Lyes Bouyacoub (Alg), in finale è stato sconfitto dall’egiziano Ramadan Darwish, n. 12 nel ranking mondiale. Bella prova anche quella di Vincenzo D’Arco, che ha superato Mohamed El Amine Tayeb (Alg), Feyyaz Yazici (Tur), Angel Parra Labajos (Spa) ed in finale ha ceduto il passo al serbo Zarko Culum, un avversario impegnativo non solo per le dimensioni. A fare il punto sulla giornata è stato il coach Francesco Bruyere, che ha detto: “Giorgia ha fatto davvero molto bene, è stata determinata sin dall’inizio e ha risolto e vinto con carattere incontri complicati. Anche Giuliano si è comportato molto bene, mostrando lucidità e sicurezza, è stato tradito solo dalla troppa fretta in finale. Enzo ha affronta la categoria dei massimi senza paura, mostra superiorità tecnica rispetto ai giganti che si trova di fronte, ma sta svolgendo un grande lavoro di costruzione fisica per colmare il gap di peso, diamo tempo al tempo. Direi che siamo più che soddisfatti della trasferta. Siamo partiti con buoni propositi e torniamo con ottime sensazioni. Questa gara ci serviva per testare lo stato attuale di forma e valutare il percorso che stiamo facendo. Siamo consapevoli che il livello internazionale è sicuramene più alto di quello che è stato comunque un eccellente torneo, ma prendiamo i dati che abbiamo raccolto per lavorare sugli errori e migliorarci ancora. Adesso rimaniamo in Spagna e da domani ci si rimette subito al lavoro con uno stage di una settimana e con la certezza di essere sulla strada giusta”.
Toniolo e Lanini argento agli Europei U18, buona anche la seconda per gli Azzurrini
È un bis d’argento quello che brilla in terra bosniaca con Veronica Toniolo e Martina Lanini a cui fa eco il quinto posto di Giovanni Zaraca, il migliore degli uomini fino ad oggi in gara. La prima medaglia d’argento è arrivata con Veronica Toniolo che al suo primo campionato Europeo non ha trovato rivali ad eccezione della vicecampionessa mondiale Faiza Mokdar. La triestina, classe 2003, ha messo a segno quattro incontri perfetti eliminando la bosniaca Franjic, tedesca Serra, l’azera Bayramova e l’austriaca Anika Schicho, schiantata con un potentissimo tani-otoshi in semifinale. Purtroppo la plurititolata francese ha avuto invece la meglio nella finalissima inchiodando Veronica con un potente juji-gatame. “Non era questo il mio obiettivo” sono state le prime parole di Veronica scendendo dal tatami “per qualcuno sembrerà un’idea presuntuosa, ma anche se questa mattina non mi sono svegliata al meglio oggi sono salita sul tatami per vincere... devo considerare questa medaglia un punto di partenza. Ringrazio la mia famiglia che mi sta supportando in questo percorso e che è venuta fino a qui per seguirmi da vicino.” Argento anche per la lombarda Martina Lanini che a suon di uchi-mata ha eliminato la bielorussa Sidarenka, la serba Tasic, l’inglese Cooper ed in una semifinale perfettamente gestita ha annientato l’ostica turca Ayten Yeksan che poco più di due mesi fa le aveva procurato un brutto infortunio al ginocchio. Nella finalissima Martina ha insidiato Marin Visser fin dal primo hajime, ma è stata l’olandese a prendere il sopravvento controllando l’azzurra alla perfezione e sferrando l’attacco vincente. “Questo europeo è stato la gara del rientro dopo l’infortunio di Berlino” ha commentato Martina a fine giornata “sapevo di aver recuperato al meglio e mi sentivo bene: tutto è andato alla grande fino in finale dove potevo giocarmela diversamente, ma… in ogni caso sono contenta di essere salita sul podio con le migliori atlete d’Europa della mia categoria. Devo molto di questo risultato a chi mi ha aiutata, supportata e sopportata in questo periodo: i miei genitori, il mio maestro Roberto e gli allenatori della nazionale, i miei compagni ed il mio ragazzo Giovanni, che mi è sempre stato vicino e che oggi ha dato il meglio di sé, pur non riuscendo a conquistare una medaglia che si meritava”. E’ infatti una medaglia mancata per un soffio quella di Giovanni Zaraca che non è riuscito a confermare il bronzo continentale dello scorso anno, fermandosi ai piedi del podio dei 73 kg. Gara non semplice la sua, affrontata però con grande caparbietà e terminata con una finale al cardiopalma in cui nonostante ogni tentativo Giovanni non è riuscito ad avere la meglio sul rumeno Adrian Sulca. “I ragazzi hanno combattuto al meglio anche oggi” ha commentato Alessandro Comi a nome della CNAG “ancora è mancato l’oro, ma è fondamentale rimanere positivi e concentrati fino all’ultimo giorno. Oggi Veronica che è al suo primo anno nella classe cadetta ha combattuto uno splendido europeo, fermandosi solo davanti ad un’atleta di grande esperienza come la francese: il suo argento è un punto di partenza che arriva dopo aver raccolto ben sei medaglie nel circuito continentale, palmares unico nel suo genere; quella di Martina è stata invece un’impresa davvero encomiabile che inizia con l’infortunio di Berlino. Da lì, con tanto lavoro è riuscita a recuperare tornando di giorno in giorno competitiva, al punto di riuscire ad arrivare a giocarsi una medaglia. Anche Giovanni ha combattuto un ottimo europeo: peccato non essere riusciti a confermare la medaglia di Kaunas, ma il suo percorso testimonia un’ottima crescita che darà presto i suoi frutti. E' stato un peccato anche per Luigi, Flavio e Federica: hanno lavorato tanto e con qualità, oggi avrebbero potuto ripagare tanto impegno ma in gara le cose non vanno sempre come si vorrebbe. Sono dei ragazzi caparbi che continuando a lavorare al meglio si potranno togliere delle grandi soddisfazioni.” Domani, ultima giornata di gare individuali prima del Mixed Team Event, saliranno sul tatami Alessio Graziani, Leonardo Carnevali, Martina Esposito, Erika Simonetti ed Irene Caleo.
Tarragona 2018 Live: Giorgia Stangherlin è medaglia d'oro, argento per Loporchio e D'Arco
Nell'ultima giornata di gare per il judo ai Giochi del Mediterraneo 2018, salgono sul tatami del Cambrils Pavilion le categorie "pesanti": Giorgia Stangherlin nei -78 kg, Giuliano Loporchio nei -100 kg, Annalisa Calagreti nei +78 kg e Vincenzo D'Arco nei +100 kg
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Ippon di Vincenzo D'arco che passa il turno contro l'algerino Tayeb!
Eurocadetti a Sarajevo: azzurrini a tutta!
Giochi del Mediterraneo: Edwige Gwend è regina a Tarragona. Argento di Carola Paissoni e bronzo per Fabio Basile e Nicholas Mungai
Roma, 28 giugno 2018 – Ancora una grande giornata per il Judo azzurro ai Giochi del Mediterraneo. Dopo le 4 medaglie di ieri (oro Manuel Lombardo, argento Odette Giuffrida e Miriam Boi più il bronzo di Francesca Milani) ancora 4 le medaglie che arrivano dalla gara di oggi a Tarragona.
Sul gradino più alto del podio è salita Edwige Gwend che ha trionfato nei 63 chilogrammi. Una gara esemplare per lei che è iniziata dai quarti con la vittoria istantanea per ippon sulla francese Desse, poi il waza ari imposto alla turca Katipoglu le ha dato l’accesso alla finale dove ha trovato la tunisina Mariem Bjaoui a contenderle l’oro. Nulla da fare per lei, Edwige in piena tranquillità l’ha dominata con un’immobilizzazione da ippon. “Sono felice del risultato – ha commentato a caldo – torno con una nuova medaglia ed è una bella cosa. Ho anche avuto occasione di provare in gara le nuove tecniche studiate in palestra ed esserci riuscita con successo mi dà grande soddisfazione.”
L’argento è arrivato da Carola Paissoni nei 70 chilogrammi. Anche per lei partenza dai quarti dove ha battuto la slovena Pogacnik con un micidiale ippon mentre in semifinale è stata la francese Pinot a cedere per hansoku make per shido 3 al golden score. In finale l’azzurra ha tentato il tutto per tutto contro la spagnola Maria Bernabeu Avomo, ma ha dovuto cedere per ippon di immobilizzazione. “Sono contenta, ma anche dispiaciuta – ha commentato Carola da Tarragona – puntavo ovviamente all’oro e non fa mai piacere perdere. Comunque torno a casa con un’esperienza in più e… sempre forza Italia!”
Bronzo, invece, per Fabio Basile che non si risparmia un’autocritica costruttiva: “sono felice, ma anche rammaricato. Felice perché quattro anni fa a Mersin ho fatto bronzo nei 60 chili e oggi lo stesso nei 73, questo vuol dire che non sono stato svantaggiato dal cambio di categoria. Rammaricato perché, come tutti sanno, non sono fatto per perdere, non mi piace perdere e voglio sempre vincere, quindi non sono totalmente soddisfatto. Ma con lo staff federale tutto sono sicuro che lavoreremo sodo, perché siamo una squadra, non è mai l’atleta da solo che vince, ma vince la squadra che insieme lavora per permettere all’atleta di raggiungere il suo risultato. Sono certo che torneremo ad essere i numeri uno anche in questa nuova categoria. Io mi sento forte, ci credo sempre e ci credo ancora di più che a Rio, quindi sono certo che ce la faremo.” Nella corsa verso il podio dei 73 kg Basile si è imposto con due ippon fulminei prima sul monegasco Bessi e poi sull’algerino Nourine. In semifinale ha trovato ad attenderlo il turco Bilal Ciloglu, lo stesso che lo aveva tagliato fuori dalla corsa per il podio europeo lo scorso aprile a Tel Aviv e non ce l’ha fatta. Gli ha ceduto l’accesso alla finale per hansoku make (3 sanzioni) al golden score e è finito a giocarsi il bronzo con lo spagnolo Javier Ramirez Ramos che ha battuto per waza-ari.
La quarta medaglia è stata quella di bronzo di Nicholas Mungai nei 90 chilogrammi. La sua corsa è iniziata negli ottavi con la vittoria sul francese Diesse grazie ad un waza ari. Ha poi superato i quarti infliggendo un ippon al tunisino Snoussi e andando a giocarsi la semifinale contro lo spagnolo di origini georgiane (e n. 3 della ranking mondiale) Sherazadishvili, che ha bloccato l’azzurro con un waza-ari. In finale per il bronzo Mungai si è imposto sul libanese Elias Nacif e ha portato il paniere azzurro del judo a quota 4. “Sono contento di questa medaglia anche se poteva essere di un colore diverso – è la sua riflessione a fine gara – ho fatto un banale errore in semifinale a 20’ dalla fine e mi è costato l’incontro. Ma con Sherazadishvili mi sono battuto meglio che nelle altre occasioni e questo mi fa capire che sto migliorando. Anche nella finale con Elias mi sono impegnato molto per trovare il judo giusto per batterlo. Ce l’ho fatta e ne sono felice.”
Oggi in gara anche Antonio Esposito negli 81 kg, che ha avuto un esordio sfortunato contro Mohamad Kasem: a pochi secondi dall’inizio è stato sorpreso dall’attacco del siriano e nel tentativo di neutralizzarlo, d’istinto, è atterrato in ponte venendo squalificato per hansokumake. Proprio di recente, infatti, è stata introdotta questa penalità per l’utilizzo della testa, finalizzata ad evitare gli incidenti al collo. La successiva sconfitta di Kasem ha precluso all’azzurro il recupero.
Domani è l’ultima giornata di gara per il judo, scenderanno sui tatami del Cambrils Pavilion i pesi massimi con in gara gli azzurri Giorgia Stangherlin (78), Annalisa Calagreti (+78), Giuliano Loporchio (100) e Vincenzo D’Arco (+100).